Aggressioni di cani all’uomo, 70 mila casi all’anno
Ogni anno in Italia si contano 70 mila casi di aggressioni all’uomo da parte di cani. È quanto denuncia il Codacons in seguito all’episodio di Santhià (Vercelli), dove un pitbull ha azzannato due sorelle, ferendo gravemente la più piccola. Secondo l’associazione dei consumatori, dunque, nel nostro Paese le aggressioni dei cani più o meno violente agli uomini sarebbero circa 190 al giorno.
Proprio per questo, il Codacons torna a chiedere l’introduzione di un patentino obbligatorio “per chi possiede cani particolarmente potenti e potenzialmente pericolosi”.
Il caso di Santhià
L’episodio che suscitato l’intervento del Codacons ha coinvolto una famiglia con due bambine di 12 anni e poco più di un anno. Il pitbull di casa, che non aveva mai creato problemi, ha attaccato la bimba più piccola mentre era in soggiorno con la mamma e la sorella maggiore. Ad avere la peggio è stata la più piccola, azzannata al volto e ricoverata in progonosi riservata. I medici l’hanno anche sottoposta a un intervento di chirurgia plastica. La più grande invece ha rimediato alcune ferite lievi al braccio. Come spesso accade ai cani autori di aggressioni, il pitbull è finito in canile e resta sotto osservazione.
L’intervento del Codacons
Commentando l’accaduto, il Codacons ha ricordato che l’Italia registra 70 mila aggressioni di cani all’anno. Il dato è in linea con quanto dichiarato a più riprese dal Codacons negli ultimi anni. Ma l’intervento sulle aggressioni dei cani non si ferma ai numeri. Secondo il Codacons infatti “è indubbio che esistano razze di cani potenzialmente pericolose per l’uomo” come pitbull e rottweiler, che “possono provocare ferite letali in caso di morsicatura”. Tutto ciò sarebbe “universalmente riconosciuto” e avverrebbe “indipendentemente dall’ educazione che si dà al proprio animale”.
Il dibattito sulle razze pericolose
Per contrastare le aggressioni, il Codacons chiede di introdurre un patentino obbligatorio per i cani delle razze più pericolose. Il problema è che un elenco di questo tipo in Italia non esiste più. Nel 2003 l’ex ministro della Salute Girolamo Sirchia aveva stilato una lista che comprendeva 92 razze, poi scese a 18. Nel 2006 un altro ex ministro, Livia Turco, stabilì che le razze a rischio erano 17. Nel 2009 infine il decreto Martini abrogò la lista. Un provvedimento che secondo il Codacons ha prodotto “conseguenze negative sul fronte della sicurezza e ha portato ad un aumento di attacchi”.
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