Avevo paura dei cani, ne ho preso uno
“Ho sempre avuto paura dei cani, perfino di un innocuo Barboncino. A un certo punto ho incominciato a leggere libri di tutti i tipi sui cani per tentare di vincere la paura. È facile passare dal virtuale al reale. Mi sono detto: perché non prendere un cane in carne ossa?”.
Parola di Giuseppe Altamore, direttore di “BenEssere”, del Gruppo San Paolo, che in casa oltre alla moglie Marianne e ai loro due figli Myriam e Joseph, da tre anni vive anche con Jane, femmina di Pastore Tedesco Bianco, razza che in Italia e in Europa viene classificata come “Pastore Bianco Svizzero”. Un bel “branco” composito, ognuno con il suo bel caratterino… Proprio così, la cura migliore per vincere la paura per un cane è prenderne uno in casa, affrontandola di petto.
Voleva un lupoide
Jane, dunque, è il primo cane di Giuseppe. Per la verità, una volta presa la decisione, lui aveva puntato dritto su un lupoide. Soprattutto dopo aver letto un bellissimo libro, “Il lupo e il filosofo” di Mark Rowlands, che racconta la sua vita in compagnia di un vero lupo in casa. Una testimonianza struggente che si conclude drammaticamente. Giuseppe, scrivevamo, si era messo in testa di procurarsi un “canis lupus”, selvaggio come quello del filosofo, ma fortunatamente la “Convenzione di Washington” o “Cites” impedisce di detenere questi splendidi animali. Però voleva un cane il più possibile vicino al lupo e, dopo aver abbandonato l’idea di prendere un cucciolo di Lupo Cecoslovacco, perché troppo impegnativo, ha pensato al Pastore “Bianco Svizzero” che somiglia molto a un lupo artico.
Per anni “papà” di un gatto
Malgrado la sua paura per i cani, il nostro protagonista è stato per molti anni “papà” di un gatto: un incrocio tra un Persiano e un Certosino che tra l’altro, come carattere, sembrava un cane. Qualche tempo dopo si era appassionato ai polli ornamentali con il vantaggio di avere anche delle ottime uova fresche. Solo che il canto del gallo aveva irritato i vicini di casa che l’hanno costretto a chiudere tutte le sere il pennuto in un ambiente insonorizzato per attutire il “chicchirichì”.
Giuseppe, in verità, è nato e cresciuto in un ambiente contadino. Gli animali sono sempre stati parte della famiglia, anche se verso i cani aveva delle riserve.
Quando i suoi genitori hanno lasciato la campagna per trasferirsi in città, per lui vivere in un appartamento senza la compagnia dei suoi amici pelosi è stato difficile. “Mia madre non voleva né cani, né gatti”, ricorda lui, “tollerava appena un pesciolino rosso e, a sua insaputa, allevavo sotto il letto bachi da seta, lumache e perfino un topolino bianco. Non dico che cosa è successo quando sono stato scoperto”.
Paura dei cani superata
Giuseppe, oltre ad aver superato la sua paura di avere un cane, è andato oltre. “Vivere con un cane in casa è impegnativo, perché occorre dedicare tempo e denaro. Ma quello che riesce a darti un amico peloso che sbava dappertutto non può offrirtelo nemmeno il tuo migliore amico”, racconta, “avere un cane in casa ti riconcilia con la natura e ci rende più umani”.
Testo e foto di Maria Paola Gianni
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