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Cane Corso: antichissimo compagno

di Redazione Quattrozampe

Cane Corso: antichissimo compagno

Si resterebbe ore a guardare un Cane Corso. L’aspetto è quello di un molosso medio-grande, muscoloso e ben proporzionato, dalle forme armoniose. È una perfetta manifestazione di potenza e forza, pur mantenendo una certa grazia e regalità.

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Orgini antichissime

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Vanta origini molto antiche, risalenti all’epoca romana, infatti è discendente diretto del “canis pugnax romano”. Questo molossoide italiano si è sempre dato da fare per trovare un posto e un compito nella società, modificando le sue attitudini a seconda delle richieste dell’uomo. È stato un temerario cane da guerra nelle epoche più remote: il Corso veniva bardato con protezioni di cuoio e metallo e provvisto di recipienti con liquidi bollenti e ustionanti, veniva poi fatto correre nel bel mezzo della battaglia per spaventare e creare scompiglio provocando dolorose ustioni nelle fila nemiche. Fu anche uno spietato cacciatore di animali di grossa taglia: l’azione di caccia avveniva con l’aiuto di Segugi e Bracchi i quali dovevano scovare il selvatico, successivamente subentravano i Cani Corso che immobilizzavano la preda con la loro potentissima stretta mandibolare attendendo l’arrivo del cacciatore che poteva finire la preda senza rischiare conseguenze, i mal capitati erano orsi, cinghiali, tassi, istrici. Negli anni trovò spazio come Bovaro quando ancora il bestiame viveva allo stato brado: non avendo mai la possibilità di interagire con gli esseri umani, i bovini risultavano pericolosi e poco collaborativi nella gestione, qui subentravano i molossi permettendo all’uomo di governare il bestiame senza pericolo. Con la metamorfosi sociale nella seconda metà del XX secolo, il Corso si abituò a ruoli meno feroci diventando il protettore di masserie e bestiame. La modernizzazione ha addolcito i tratti più ostici del suo carattere, il temperamento del Corso odierno si discosta da quello del passato.

Equilibrato e molto paziente

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Il suo background può spaventare e far pensare a un cane di difficile gestione con la preoccupazione che possa manifestare aggressività, ma fortunatamente non è così. Anzi, questa lunga collaborazione con l’uomo ha reso il Corso molto equilibrato ed estremamente propenso ad imparare, dimostrerà una pazienza certosina con i bambini ed estrema sensibilità ed empatia coi membri del suo branco, dal quale si staccherà sempre mal volentieri sviluppando un rapporto di sconvolgente fiducia col padrone. La mole imponente fa pensare a un quattro zampe il cui ambiente deve limitarsi al giardino o al cortile, ma tra le molteplici doti del Cane Corso c’è uno spiccato spirito di adattamento che lo aiuta a plasmare le sue necessità in funzione dello stile di vita che gli viene offerto. Per lui la vita di casa non sarà sicuramente limitante, anzi, gli permetterà di sentirsi più vicino al suo padrone e di questo ne sarà entusiasta.

La sua voce spaventa i malintenzionati

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Per quanto riguarda l’incolumità della casa, possono sussistere alcuni inconvenienti: il Cane Corso spesso non si rende conto della sua mole e inavvertitamente potrebbe urtare oggetti con la sua coda perennemente scodinzolante, inoltre i maniaci della pulizia potrebbero ritrovarsi a pulire spesso e volentieri bava canina da mobili e vestiti. Ciononostante passerà più tempo a sonnecchiare appisolandosi appena possibile, che a combinare guai, l’oziosità non lo abbandonerà mai, anzi col passare degli anni diventerà sempre più pigro e per farlo contento basteranno delle rilassanti passeggiate col suo amato umano. È importante affermare che il Cane Corso, solitamente, abbaia solo se strettamente necessario, con un latrato dalle tonalità gravi capaci di far tremare anche il più impavido tra i manigoldi, la sua sola vicinanza fa sentire più forti e protetti. Neanche l’educazione sarà un problema perché ce la metterà tutta per compiacere la sua famiglia, inoltre la sua delicata sensibilità impone metodi dolci senza dover ricorrere a maniere forti, tantomeno quelle violente, che saranno controproducenti e porteranno questo fiero molosso in uno stato di apatia e ad un allontanamento dal padrone, del quale non si fiderà più.

a cura di di Giada Rigolli

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