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Gulliver: un salvataggio d’amore

di Redazione Quattrozampe

Gulliver: un salvataggio d'amore

Denis Zorzin adotta un trovatello di poche settimane. E il cane gli fa vincere il concorso fotograficoPelfie, Amore Animale” 2015 di “Avvocato Animali”. La sua storia, qui di seguito, è foriera di tanti consigli legali su cosa fare in caso di ritrovamento di animali.

Arriva Gulliver

GulliverEra una notte dei primi di giugno del 2011 quando un continuo latrare ci destò dal sonno esattamente alle tre e trenta del mattino. Mezzo addormentato, scesi nel cortiletto dell’appartamento, dove vivevamo io e la mia compagna, per capire cosa stesse succedendo. Complice il sonno rotto in malo modo e l’oscurità, non mi fu facile capire immediatamente la situazione. In fondo al cortile si muoveva, scoordinata, una strana figura delle dimensioni di un ratto. Piangeva disperatamente e per istinto cominciai a fare con la bocca quel verso che si fa con i gatti per avvicinarli…
Ero troppo stordito dal sonno per mettere bene a fuoco la situazione, tuttavia la strana figura cominciò, seppur a fatica, a muoversi verso di me. Camminava lentamente, dubbiosa dell’individuo che la stava invitando a venirgli incontro. Così ho cominciato, piano piano, ad avvicinarmi sempre di più, fino a rendermi conto che era un cucciolo di cane di poche settimane, abbandonato davanti casa nel cuore della notte.
Lo presi tra le mie mani che lo contenevano tutto tanto era piccolo! Lo portai in casa per vederlo bene e poi corsi in camera da letto dalla mia compagna e le dissi:”amore, scusa se ti sveglio di nuovo, ma mi sa che stanotte non si dorme più”. Accesi la luce e le si illuminarono gli occhi da tanto era tenero e bello questo piccolo batuffolo di pelo morbido. Ovviamente decidemmo di tenerlo. Fu amore a prima vista e cominciarono i guai!

È un cane Baladi

Il piccolo cresceva, mangiava e mordeva qualsiasi cosa gli capitasse a tiro (scarpe, telecomando della tv, orologi, telefoni, ecc), abbaiava, faceva le sue cose ovunque e non ascoltava niente e nessuno e col tempo capii perché. Gulliver è un Baladi che nella lingua araba significa “cane indigeno” o “cane del deserto”. Caspita, mi è capitato un cucciolo di cane del deserto, pensai, e ora che si fa? Semplice! Lo si ama incondizionatamente! E così fu. Cresciuto libero per scelta nostra, Gulliver ha sempre potuto fare quello che voleva, sin dall’inizio. È un cane strano perché a volte è coccoloso ed espansivo e due secondi dopo non ti fila più e se ne va per i fatti suoi, ma guai ad allontanarsi senza di lui. Lui può, noi no!

Gulliver in moto

3E fu così che il buon Gulliver imparò ad andare in moto. In moto? Un cane? Eh sì, fin da piccolino lo portavo con me sullo scooter, dapprima dentro un marsupio e poi, via via che cresceva, dentro uno zaino. Lo portavo al mare, in banca, al supermercato, dentro ai diving, ovunque. E quando dentro allo zaino non ci stava più, pur di non rinunciare al viaggetto in moto, imparò a stare in piedi sulla pedana così da godersi in piena libertà il viaggio. Un giorno mi sono fatto settanta chilometri con lui per portarlo nel deserto.

Al mare con Gulliver

Al mare c’era qualche difficoltà, non amava particolarmente l’acqua e quando lo portavo restava fuori in spiaggia a correre, non c’era verso di fare il bagno. Io, comunque, me ne andavo a nuotare tranquillo, sapendo che da lì non si sarebbe mosso.
Un bel giorno andai al mare con Gulliver e la GoPro per fare qualche video in apnea ai pesci e durante una delle risalite in superficie fui “attaccato” da qualcosa alle spalle. Subito lo spavento fu grande, ma dopo pochi secondi realizzai che Gulliver, probabilmente, non vedendomi più sulla superficie dell’acqua, si spaventò e decise di superare la paura dell’acqua e del blu per venirmi a cercare. E mi trovò. E mi fece pure quasi annegare! Così decisi di immortalare quel magico momento con delle foto e con un video.
Dopo Gulliver, comunque, sono arrivati altri cani: Snoopie, Dorothea (l’unica figlia di Gulliver), Vicky e Trottola (morte avvelenate, purtroppo) e, pochi mesi fa, un altro meticcio, James. C’è stato un periodo in cui una delle femmine sfornò ben sei cuccioli che, con altri tre trovati in strada, raggiungemmo in totale tredici cani nel cortiletto: immaginate la quantità di cacchette che raccoglievo ogni giorno!

a testo e foto a cura di Denis Zorzin, “padre adottivo” di Gulliver

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