Chi è più intelligente tra cane e gatto?
Qualche mese fa una rivista scientifica ha pubblicato i risultati di uno studio da cui emergeva che i cani sarebbero più intelligenti dei gatti. Questo esito scaturiva dalla conta dei neuroni corticali: il cane ne ha molti di più del gatto. Ora, la parte del cervello denominata corteccia cerebrale è considerata la struttura più evoluta, costituendo una struttura fondamentale per tutte quelle funzioni mentali cognitive complesse come il pensiero, il linguaggio, la memoria, la consapevolezza. È fondamentale sapere che l’indice di encefalizzazione (cioè l’indice relativo della grandezza del cervello rispetto al corpo) non è dato solo dal numero di neuroni complessivo, ma è collegato anche ad altri aspetti, come per esempio la mole del corpo e i tempi evolutivi della specie. Altrimenti dovremmo dire che un elefante è molto più intelligente dell’uomo poiché possiede un maggior numero neuroni corticali. L’intelligenza non è una questione di +/-, ma è una funzione adattativa, indica l’attività di un particolare organo (il cervello) evolutasi nel senso di favorire l’adattamento all’ambiente di ciascuna specie, come ogni altra funzione (digestiva, epatica, pancreatica, etc.).
Intelligenze plurime
Però, mentre nessuno si chiede quale sia la specie più gastroenterica o più pancreatica, sembriamo ossessionati dallo stabilire quale sia quella più intelligente… sempre dopo di noi, ovviamente. La realtà delle intelligenze plurime (ciascuna specie ha la sua propria identificativa) è molto più complessa di un censimento di cellule.
Darwin duro da digerire
Queste ricerche mostrano solo come, a distanza di centocinquant’anni, Darwin sia ancora ostico da digerire per un motivo semplice: digerire Darwin una volta per tutte significherebbe far scendere l’essere umano dal podio d’onore che si è auto-attribuito e gettare alle ortiche una volta per tutte il pregiudizio antropocentrico, con conseguenze etiche, politiche ed economiche davvero serie e importanti.
Cani e gatti sono diversi
Tuttavia, questo studio specifica una cosa che mi trova concorde: le strutture neurobiologiche sono simili e per molti aspetti sovrapponibili, pur presentando delle specializzazioni. Ribadisce, cioè, che il cervello è un organo come un altro. Aggiungiamo che è il più importante nella costruzione dello stile comportamentale di una specie, poiché dà luogo al modo in cui essa si comporta nella sua relazione con il mondo. Cane e gatto si comportano diversamente, dunque la parola chiave, ancora una volta, è “diversità”.
Fido ha una forte socialità
La specializzazione intellettiva del cane è una forte socialità che esprime un modo di essere basato sulla capacità di assumere un ruolo all’interno del gruppo.
Micio è bravo nel problem solving
La specializzazione del gatto è una forte attitudine al “problem solving”: quello che sembra un talento per cacciarsi nei guai (le cadute dagli alberi, l’infilarsi in pertugi minimi, l’incastrarsi dentro contenitori strettissimi per poi miagolare perché non riesce più a uscire) è in realtà una prepotente curiosità esplorativa e una voglia di sperimentare soluzioni per affrontare il mondo in solitario. Perché il gatto, al contrario del cane, è un solista (non un solitario) e preferisce fare da solo.
Cane e gatto sono due intelligenze diverse, con specializzazioni diverse. Quando si parla di specializzazioni, il divario tra le specie diventa così grande che è impossibile dire quale sia la più intelligente. Quindi è corretto affermare che il gatto sia l’animale più intelligente per fare il gatto e il cane l’animale più intelligente per fare il cane.
di Roberto Marchesini, Direttore del Siua
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