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Il rifugio per cani e gatti dello chef Antonello Colonna

di Maria Paola Gianni

Il rifugio per cani e gatti dello chef Antonello Colonna

Antonello Colonna, oltre a essere un prestigioso mago dei fornelli, è anche un meraviglioso amante di animali. Se ne innamora al primo sguardo. Cani e gatti, tutti trovatelli, li adora, li cura e per loro cerca anche adozioni del cuore. Tutto succede nel parco del suo magnifico resort di Labìco, la sua città, alle porte di Roma.

Il rifugio per cani e gatti dello chef Antonello Colonna

“Dalle parti di casa mia c’è un traffico bestiale”, esordisce sorridendo lo chef Antonello Colonna che al momento ospita circa una dozzina di ex trovatelli che scorrazzano felici e accuditi nel parco di cinquanta ettari della sua tenuta di Valle Fredda. “Come in un film di Ettore Scola”, aggiunge, “nella mia famiglia c’è sempre stato un gatto Silvestro di turno, considerato sacrosanto”. Ama i gatti, lo chef, ma anche i cani. Da sempre. “Sono cresciuto con la passione per gli animali”, racconta in esclusiva a Quattro Zampe, “li accoglievo quando mi venivano lasciati fuori dalla villa in campagna e continuo ad accoglierli adesso che li trovo in scatoloni con tanto di crocchette fuori dal mio resort di Labìco, alle porte di Roma”.

Un uomo dal cuore grande che non fa mistero dei suoi sentimenti. E che sa bene come comportarsi con gli animali e soprattutto come rispettarli. E la sua fantastica cucina? “È una cucina che non rinnega la sua origine contadina e affonda le mani nell’orto e nelle aie, con sapienza”, risponde Colonna, “utilizzo la campagna romana come una grammatica preziosa con cui inventare sempre nuove sintassi. Un linguaggio originale, ma ispirato dalla tradizione. Una cucina di armonie e di terra, di geometrie e modernità”.

Chi volesse conoscerlo lo può andare a trovare a casa a Labìco (Roma) all’Antonello Colonna resort&spa, oppure a Roma all’Antonello Colonna Open, sul tetto del Palazzo delle Esposizioni, oppure ancora all’Antonello Colonna Open Bistrò  all’aeroporto Leonardo da Vinci (Terminal 1 – Gate B7). “Sono sempre presente nei miei tre spazi e non è difficile trovarmi lì”, assicura lui.

Ma torniamo all’Antonello Colonna animalista. Chef, ci dica, dunque, preferisce più i cani o più i gatti e perché?

Il rifugio per cani e gatti dello chef Antonello ColonnaLi amo entrambi. L’indole è diversa e io la rispetto. Come scriveva Neruda, il gatto “cammina solo e sa quello che vuole” mentre il cane “è un leone spaesato”. Non so dire chi preferisca fra i due. È vero, il cane Argo vive con me e il gatto Pippo, invece, vive libero, eppure li sento miei allo stesso modo. Come dicevo, ne rispetto l’indole e li amo come preferiscono essere amati.

Ci racconta di qualche suo fortunato ospite a quattro zampe?

Fino a poco fa ospitavo una cagnolina di nome Anisetta e una gattina stupenda, alla quale hanno dato il nome di Nina. Da poco hanno trovato casa: Anisetta ad Ascoli Piceno e Nina a Caserta. Anisetta l’ho chiamata così perché ho voluto onorare il liquore marchigiano nel momento in cui ho capito che potevo affidarla a questa famiglia di Ascoli. Quanto alla gattina Nina, invece, il nome non l’ho scelto io, ma le dona. Questa povera micetta aveva le costole rotte e una fame senza fine, un buon segno, capii che si sarebbe ripresa e adesso è più bella che mai.

Come vengono seguiti i suoi trovatelli?

Quando li accolgo faccio fare i necessari controlli sanitari. Sono tutti microchippati e hanno un collarino con su scritto: il mio papà è Antonello Colonna, così se qualcuno li trova sa molto bene a chi appartengono. È un impegno morale e anche economico, ma questo non m’importa: l’importante è che i miei “protetti” stiano tutti bene. Dei costi non mi interessa, io mi innamoro al primo sguardo. E per loro cerco anche una famiglia del cuore. Capita che gli ospiti del resort  si innamorino di qualcuno dei miei trovatelli e mi chiedano di affidarglielo. Io sono pronto a cederlo, ma solo se sono certo che andrà a star bene, da persone consapevoli che si tratta di un’adozione definitiva e non di un capriccio: su questo sono molto severo. Devono sapere che si tratta di una scelta definitiva, occuparsi di un cane è un impegno serio. Io dico semplicemente: cari signori, se non siete in grado di mantenerlo, riportatemelo qui, lo riprendo con piacere. Anzi, se potessi terrei tutti gli animali nella mia casa.

Ogni quanto tempo riesce ad andare a trovare i suoi quattro zampe, considerato il suo grande impegno lavorativo?

Ma sono loro a venire a trovare me. Nelle mie strutture cani, gatti e altri, sono sempre stati i benvenuti e fortunatamente, oltre a tenermi informato con foto e messaggi, spesso, vengono al resort per un saluto. Sono sempre felice di rivederli e trovarli ben curati come meritano.

C’è un suo preferito che le è rimasto nel cuore?

Argo, “il mio leone spaesato”, il trovatello del quale non posso fare a meno e che oramai è di famiglia. A casa gli abbiamo dedicato uno spazio con tutti i comfort, ma lui preferisce stare vicino a me. Anche lui venne abbandonato in uno scatolone fuori casa. Lo lasciavo libero nei cinquanta ettari del Parco di Valle Fredda, ma non era sicuro per lui.

Domanda provocatoria: a chi le rinfaccia di essere animalista e comunque di lavorare carni di animali nel suo lavoro, cosa risponde?

Che rispetto gli animali anche in cucina. Le mie carni provengono da allevamenti che rispettano il ciclo naturale delle specie e i loro bisogni. In cucina, ho molto rispetto nel manipolare le loro carni e la mia brigata mi segue con piacere. Non essere vegetariano o vegano non vuol dire che non li ami.

 

di Maria Paola Gianni

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