Guinzaglio, psicologie a confronto
Spesso si associa erroneamente il guinzaglio alla museruola. A differenza di quest’ultima infatti, volta ad imbavagliare il cane ai fini della prevenzione di danni o lesioni a persone ed altri animali, il laccio per cani ha una valenza decisamente meno contenitiva.
Il guinzaglio può diventare un ottimo strumento di comunicazione tra l’amico a quattro zampe ed il suo padrone, consentendo ad entrambi di esprimere le rispettive esigenze ed eventualmente dissenso.
Può agire come una sorta di cavo telefonico, attraverso cui passano informazioni riguardanti lo stato d’animo, interessi ed aspettative. Si tratta di un filo che unisce, non di un cappio. Il guinzaglio fonde la nostra conoscenza del percorso, alla curiosità del cane, al quale spetta il compito di interpretare i segnali che inviamo.
Perché tirare è sbagliato
Al pari di una lenza, il laccio per cani comunica attraverso continue tensioni, sterzate, che offrono la misura dell’intesa di coppia esistente. Disposizioni e contraddizioni si autoalimentano, in un vortice che si conclude soltanto nel momento in cui il cucciolo avverte la nostra sicurezza, senza equivocare.
Il cane infatti, avverte la coerenza direzionale che lo condurrà alla meta desiderata. Anche per questo motivo strattonare l’animale non servirà a nulla. Più il guinzaglio viene tirato, più il cane tenderà a fare lo stesso, avviando un circolo vizioso che costringerà ad incrementare la forza impiegata.
Per prendere il timone, è quindi importantissimo imparare a guardare oltre il guinzaglio. La relazione instaurata tra cane e padrone è fondamentale: la connessione forzata del collare e l’apparente prossimità creatasi, non possono colmare l’assenza di vicinanza.
L’importanza del rapporto cane-padrone
Una relazione forte implica che il guinzaglio diventi uno dei tanti mezzi di comunicazione a disposizione dei due, non il modo per creare vicinanza.
Prima di seguire qualsiasi tipo di addestramento, sarà dunque necessario interrogarsi sul legame intessuto con Fido fino a quel momento.
Le tensioni non contribuiranno in alcun modo al raggiungimento del risultato soprattutto in virtù di questa spiegazione. Per poter utilizzare il guinzaglio nel modo migliore, occorre convincersi che quel filo non esista, che il cane non sia certo un trolley da trascinare, bensì un amico sincero con cui passeggiare.
Inoltre, a meno che non si desideri allevare un cane da slitta, ricordare che ad ogni strattone corrisponda una reazione uguale e contraria, potrebbe rivelarsi di primaria importanza per l’educazione dell’amico a quattro zampe.
La psicologia del guinzaglio
Le parole chiave della psicologia canina sono senza dubbio: affettività, affiliazione, accreditamento e centripetazione. Si tratta di quattro parametri, la cui presenza è in grado di determinare o meno l’effettivo coinvolgimento emotivo dell’animale.
Affettività ed affiliazione si riferiscono all’espansività del padrone, nonchè all’abilità del medesimo di manifestare i propri sentimenti nel modo giusto, spronando il cane a svolgere le attività ad esso più affini. Accreditamento e centripetazione fanno invece leva sull’autorevolezza del padrone.
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