Perché San Rocco è raffigurato con un cane
San Rocco, da sempre rappresentato in compagnia di un cane nell’iconografia cristiana, dedicò la propria esistenza alla cura degli ammalati. Invocato ancora oggi a scopi curativi, grazie alle prodigiose e inspiegabili guarigioni che si lasciò alle spalle durante il corso della sua vita, morì proprio perché, restando al capezzale dei casi più contagiosi, si ammalò a sua volta.
Sempre a contatto con malati gravi, contrasse la peste nel 1371, ma nonostante l’impegno profuso in tutti quegli anni, nessuno mostrò l’intenzione di aiutarlo. A dispetto del bene e dell’altruismo dimostrato, Rocco venne cacciato via, lontano dalla centro cittadino.
Decise così, di rifugiarsi in una grotta per pregare in solitudine. L’unico che da quel momento gli fece compagnia, andando a trovarlo ogni singolo giorno, fu un cane. Impietosito dalla sua sofferenza, il quattro zampe gli portava sempre un pezzo di pane, fino a quando Rocco non guarì definitivamente.
L’amore del cane gli salvò la vita
Se non fosse stato per il peloso, Rocco non sarebbe sopravvissuto, smettendo di assistere i degenti e aiutare gli oppressi. Una volta guarito, invece, l’uomo proseguì la propria opera accompagnato dal suo fedele cagnolino. È questo il motivo per cui, insieme a San Rocco, viene scolpito anche l’animale.
Premio Internazionale fedeltà del cane
Ogni 16 agosto, a S. Rocco (Liguria), viene assegnato il “Premio Internazionale Fedeltà del cane”, ispirato proprio alla storia del pellegrino. La festa patronale è, infatti, interamente dedicata al miglior amico dell’uomo, in onore del quale è stato eretto anche un monumento accanto alla chiesa del Paese.
La persona che ha ideato questo premio è Giacinto Crescini, che nel 1962, in seguito ad un episodio che commosse l’intera riviera ligure, indisse la prima edizione. Nel 1966 il Premio è stato affiancato a un altro riconoscimento, il Premio Bontà, rivolto a chiunque abbia compiuto buone azioni nei confronti di Fido.
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