Artrosi del cane, problema complesso con una soluzione unica
L’artrosi è il problema del tuo cane? Ora si può gestire con soluzioni innovative e vincenti, capaci di controllare in tutta la loro complessità i meccanismi che compromettono il movimento e la salute articolare dei nostri amici animali.
Artrosi: un problema con tante cause e tanti meccanismi
Di artrosi soffriamo tutti. Noi e i nostri amici cani, colpiti da questa dolorosa malattia in percentuali importanti, fino a raggiungere quasi il 100% degli anziani. Poco tempo fa, si pensava, infatti, che l’artrosi colpisse solo i nostri vecchietti a quattro zampe, in conseguenza del fisiologico consumo degli organi del movimento con il passare degli anni. Non è così. Di artrosi soffrono anche i cuccioli che, specie se di razza grande e gigante, sono predisposti alle temute displasie articolari e alle loro precoci conseguenze artrosiche. E non sono esenti nemmeno i cani giovani e adulti che, pur nel pieno della vitalità, possono avere articolazioni già vecchie, logore e dolenti per eccessivi carichi (es. sovrappeso) o esagerati impegni fisici (es. cani da sport).
Non è tutto. Superata la visione di un’artrosi intesa come il logorio della sola cartilagine (condrodegenerazione), si è capito che il cuore pulsante di questa dolorosa malattia è un intricato “circolo vizioso” di vari meccanismi, degenerativi, infiammatori e ossidativi, che nel loro insieme perturbano il metabolismo di tutti i tessuti articolari. È da questo diabolico circolo di danno che nasce il dolore cronico alle articolazioni, un dolore importante che, oltre a compromettere la capacità di movimento degli animali colpiti, ne peggiora, sotto tanti aspetti, il benessere generale e la qualità della vita.
La combinazione è la via del successo
La strada che può sconfiggere un problema medico complesso come l’artrosi parte da queste conoscenze. A fronte dell’intricato circolo vizioso di danno che la sostiene e la fa peggiorare, proteggere la sola cartilagine con le classiche misure di “condroprotezione” diventa un obiettivo parziale e inutile. La vera necessità è quella di colpire al cuore la complessa catena di alterazioni metaboliche, di natura degenerativa, infiammatoria e ossidativa, che avvia questa malattia e provoca i suoi invalidanti sintomi (dolore).
Con tali obiettivi in mente si è oggi capito che per i nostri cani valgono programmi integrati di attenzioni e cure, mirati a controllare sia i fattori di rischio che le cause dell’artrosi. I suggerimenti sono un po’ simili a quelli previsti per noi umani: incoraggiare il movimento con passeggiate regolari e proporzionate all’età e alle condizioni del cane, controllare il peso, fare controlli veterinari periodici, con il fine di “intercettare” eventuali problemi (displasie) quando ancora l’artrosi non è avviata o, se già presente, decidere la tecnica chirurgica più idonea a ristabilire la corretta meccanica e stabilità dell’articolazione.
Una nuova era nella gestione dell’artrosi
Relativamente ai meccanismi di danno, una nuova era è iniziata con la scoperta, da parte della Ricerca scientifica d’avanguardia, di sostanze, capaci di agire in sinergia su tutti i cardini del metabolismo articolare alterato in corso di artrosi e, così facendo, di migliorare il benessere e la qualità della vita dei cani colpiti da questa dolorosa malattia.
La prima di queste sostanze, per così dire rivoluzionarie, è la palmitoilglucosamina (Pga). Da una parte, la Pga potenzia i meccanismi endogeni di riequilibrio contro infiammazione e dolore, modulando la fisiologica funzione di cellule (i mastociti) essenziali per il benessere articolare (effetto Alia). Dall’altra, fornisce glucosamina, dotata della classica azione protettiva sulla cartilagine. Amalgamata con sostanze anti-ossidanti (curcumina), la Pga riequilibra l’ambiente ossidativo, alterato dall’infiammazione articolare, ed esercita effetti anti-artrosici potenziati rispetto alle singole sostanze. Risultato: il dolore, soprattutto delle fasi acute dell’artrosi, viene mitigato con l’impiego di un’unica sostanza, che permette anche di ridurre l’uso di antidolorifici e, dunque, la comparsa di indesiderati effetti collaterali.
di Marco Melosi, presidente Anmvi – Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani
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