Pubblicità
Pubblicità

Il cane tecnologico

di Roberto Marchesini

Il cane tecnologico

Il cane è senza dubbio un animale eccezionale nella capacità di adattarsi alle molteplici situazioni in cui l’uomo lo inserisce. Pensiamo alle sfide tecnologiche alle quali sottoponiamo il nostro cane: adoperare l’ascensore e capirne l’utilità al punto tale che spesso è il cane a proporne l’uso, tollerare lo spostamento su mezzi meccanici come biciclette, motorini, automobili e altro, convivere con ogni sorta di elettrodomestico e oggi persino con robottini mobili, muoversi nella complessa jungla meccanica della metropoli insieme a sirene, martelli pneumatici.

Il cane si adatta al progresso e al volere dell’uomo che da sempre cerca di plasmarlo a suo piacere. Spesso sbagliamo, meglio lasciarci guidare da loro.

Le macchine, nuovi partner del cane.

L’ecosistema del cane è diventato ipertecnologico e lui non mostra più di tanto di provare difficoltà d’inserimento: le macchine stanno diventando sempre di più dei nuovi partner per il cane, da conoscere, prevedere, usufruire.

Questa sua disponibilità ha reso il cane il compagno elettivo capace di accompagnare l’uomo nelle diverse mansioni e nella quotidianità via via che il panorama sociale cambiava, dal nomadismo del paleolitico fino al sorgere delle civiltà postneolitiche, dalla cultura rurale e pastorizia all’urbanesimo contemporaneo.

Quali sono state le qualità che hanno consentito al cane di transitare all’interno del mondo umano e di farlo da protagonista? Penso che il tipo di socialità operativa e collaborativa debba essere messa al primo posto: il cane interpreta il suo esserci nel mondo con una mentalità di squadra da far impallidire il più bravo dei mister del calcio. Questo è il motivo che mi fa ritenere la pretesa dell’ubbidienza come un obiettivo che di fatto sminuisce le attitudini del cane, che in realtà nel rapporto dà valori aggiunti che esulano dalle richieste specifiche.

Il cane tecnologico

L’arte collaborativa del cane

Insomma, l’arte collaborativa – e non la sola ubbidienza – rende possibili le diverse partnership tra l’uomo e il cane: difficile fare protezione civile col cane avvalendosi della sola ubbidienza. Detto questo, è evidente che la propensione collaborativa rende vulnerabile il cane di fronte a inique pretese da parte dell’essere umano. La storia riporta situazioni di cani mandati a morire in guerra, di cani che fanno le feste ai loro vivisettori, di cani coinvolti in bische clandestine fino agli stereotipi dell’appellativo di “cane” dato a chi stupidamente obbedisce a un malvagio.

Il cane tecnologico

Esposto alla violenza umana

Il cane, cioè, è esposto per natura alla violenza umana e lo è più di ogni altro animale proprio nel suo darsi quasi incondizionatamente. È allora indispensabile riflettere su questa amicizia e alleanza interspecifica per capire se non sia improcrastinabile una ridefinizione complessiva, che limiti le richieste assurde. Dico questo perché osservando le stupide antropomorfizzazioni di chi pretende di trasformare il proprio cane in un bambino da cullare per tutto il tempo della sua vita, le maniacali trasformazioni dei cani in modelli standardizzati da raggiungere con processi di inbreeding contronatura, l’instupidimento di cani resi tossicodipendenti da bocconcini, il pietismo lacrimoso di certi frequentatori di canili che di nascosto danno trofie al pesto o tortelloni – la differenza è solo regionale – ai cani, la compulsività di quelli che vogliono vincere coppe o medaglie coi cani, le sfilate di cani ingioiellati o curati al borotalco… beh, ti viene da rimuginare dentro che c’è qualcosa che non va. Il rapporto col cane potrebbe essere la più grande risorsa che l’essere umano ha a disposizione, ma non tanto per le prestazioni che il cane può dare – quantunque importanti – bensì per un motivo più semplice e più profondo.

Il cane tecnologico

Meglio lasciarsi guidare dal cane

Il cane è l’occasione più vicina e più potente per consentire all’essere umano di mettere sotto critica il suo antropocentrismo e aprirsi a dimensioni nuove. Lasciamo perciò una volta tanto a casa il nostro bisogno di controllare ogni cosa e lasciamoci portare dal cane, a volte basta una passeggiata e un pomeriggio per scoprire un mondo completamente nuovo.

Approfondimenti:

Il cane migliore amico dell’uomo, ma L’Iran dichiara guerra ai cani: vietato farli uscire di casa

Qualche volta anche noi non piacciamo ai nostri cani. Ecco i comportamenti umani che non piacciono al cane

 

Pubblicità

© Riproduzione riservata.