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La filariosi cardiopolmonare

di Redazione Quattrozampe

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La filariosi cardiopolmonare è una malattia che colpisce moltissimi cani nelle zone caratterizzate da clima caldo-umido. È provocata da un verme parassita (dirofilaria immitis) che, penetrato nell’organismo del cane, si localizza nelle cavità cardiache e nei grandi vasi.

La filaria viene introdotta nel corpo dei nostri quattro zampe dalla puntura di varie specie di zanzare (culex, aedes, anopheles) che sono il vettore della malattia. La zanzara, succhiando il sangue di cani infetti, ingerisce larve appena formate (L1), che maturano poi fino al livello intermedio di sviluppo L3, infestante per il cane. A questo punto le larve migrano nell’apparato boccale dell’insetto che, pungendo, le inocula nell’ospite definitivo. Dopo la penetrazione avviene un passaggio nel sottocute e nei capillari e si ha la prosecuzione del processo maturativo delle larve che, da adulte, colonizzano cuore e vasi. Qui iniziano a riprodursi immettendo nel circolo periferico le microfilarie indispensabili a chiudere il ciclo biologico.

Diagnosi e sintomi della filariosi cardiopolmonare

Tra l’infestazione e lo sviluppo della malattia intercorrono vari mesi, e per l’insorgenza dei sintomi talora servono anni. La diagnosi della malattia potrà avvenire in seguito a test effettuati per screening, oppure per ricerche effettuate in base al sospetto clinico.

I sintomi possono essere vari; i principali sono tosse e scarsa resistenza alla fatica, talora può essere presente ascite. Possono essere presenti anemia e aumento dei leucociti eosinofili e basofili. Spesso per la presenza di tosse si eseguono esami Rx che possono evidenziare deformazione dei vasi polmonari e lesioni a focolaio; l’ecocardiografia può talora rivelare la presenza dei parassiti nel cuore; il modo più preciso per effettuare la diagnosi è l’esecuzione di appositi test di laboratorio o, se si è fortunati, l’evidenziazione di microfilarie nel sangue.

Terapia della filariosi cardiopolmonare

La terapia varierà a seconda della gravità del quadro clinico, prevede l’uso di farmaci attivi contro le filarie adulte, contro le forme immature, rimedi antitrombotici e antinfiammatori. Fondamentale è la prevenzione, effettuata mediante farmaci antiparassitari “long-acting” o di impiego mensile e tramite tutti quei presidi che contrastano gli artropodi (antiparassitari ambientali e da impiegare sul cane, zanzariere….).

Nel nostro paese la maggior diffusione della filariosi si ha nelle regioni a nord del confine toscano-laziale e in Sardegna. Purtroppo negli ultimi due anni sono stati segnalati alcuni casi anche nelle restanti parti del territorio nazionale, e questo comporta sempre maggiore attenzione da parte dei veterinari e dei proprietari di cani.

Di Alessandro Arrighi (Riproduzione vietata)

Foto ©Malija/Shuttertock

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