La prostata, acciacco dell’età
Passano gli anni e arrivano gli acciacchi. Nel cane maschio, ad esempio, un tema ricorrente riguarda la prostata, l’organo che produce la frazione liquida del fluido seminale. La prostata è sensibile alle stimolazioni ormonali, che con l’età provocano problemi. Il testosterone prodotto dai testicoli fa crescere le cellule prostatiche e, come tutti gli anabolizzanti, se in eccesso, può causare una pericolosa proliferazione che sfocia dalla semplice ipertrofia al cancro. La prostata può essere colpita anche da cisti, infiammazioni e infezioni, malattie frequenti nei maschi riproduttori, fastidiose e dure a guarire, che si manifestano con perdite croniche. Il motivo? Dipende dall’anatomia della ghiandola. Ecco perché in questi casi è fondamentale limitare l’ipertrofia, anticamera di patologie ben più gravi, come i tumori, e barriera alle cure di infiammazioni e infezioni. L’obiettivo è contrastare l’azione degli ormoni testicolari. Con due metodi: la castrazione chirurgica o quella farmacologica. La prima è un rimedio drastico e duraturo. La seconda, pur essendo efficace, è più lenta e reversibile nel tempo, e quindi espone il paziente a eventuali ricadute. Per alcune malattie (ipertrofia benigna, cisti di piccole dimensioni) la terapia anti-ormonale è sufficiente, per altre (ascessi, infezioni croniche) bisognerà abbinarla con una cura antibiotica. La chirurgia della prostata nel cane è abbastanza complessa, e si riserva solo ai casi non risolvibili con la medicina, come tumori maligni, cisti paraprostatiche o ascessi troppo avanzati per poter guarire solo con i farmaci. E le tecniche d’impiego? Troppo complicato: l’importante è chiedere sempre consiglio al medico veterinario di fiducia.
Di Alessandro Arrighi
Foto ©Schubbel/Shutterstock
© Riproduzione riservata.