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Quando il prurito nei cani e nei gatti diventa malattia

di Redazione Quattrozampe

Quando il prurito nei cani e nei gatti diventa malattia

Da fastidioso sintomo di problemi dermatologici il prurito può autoalimentarsi fino a diventare malattia a sé stante, che compromette pesantemente benessere e qualità di vita di cani e gatti e dei loro proprietari. Capiamo come intervenire prima che ciò avvenga.

Le ragioni per cui si scatena il prurito

Il prurito è sicuramente uno dei fastidi più diffusi al mondo: per noi, ma anche per gli animali domestici. I motivi per cui i nostri cani e gatti si grattano, si leccano, si mordicchiano il pelo, si strofinano o scuotono testa e orecchie sono davvero tantissimi: a cominciare dalle allergie cutanee. Dermatite atopica e allergie ad alimenti, parassiti o insetti sono infatti le cause numero uno di questa fastidiosa esperienza. Ma anche problemi neurologici, comportamentali, infettivi e oncologici, oltre a una miriade di fattori predisponenti e complicanti (dallo stress alla secchezza cutanea, alle infezioni) possono innescare il fastidio, e provocare negli animali arrossamenti e lesioni visibili, frutto di un continuo grattamento.

Il prurito: un sintomo che peggiora e si autoalimenta

Di pari passo con la conoscenza delle cause scatenanti, è emerso che sotto la spiacevole sensazione del grattarsi esiste un complesso mondo di meccanismi, vie nervose, sostanze e cellule, che fanno del prurito una malattia vera e propria.

Al pari del dolore, suo parente stretto, il prurito scatena il grattamento, una reazione utile ad allontanare agenti dannosi, che però, quando continua e di lunga durata, innesca un patologico circolo vizioso che di fatto rende il sintomo prurito indipendente dalle cause che lo hanno scatenato. In questo processo di progressivo peggioramento intervengono tante cellule infiammatorie (es. mastociti) e tanti mediatori chimici, tutti corresponsabili di una sensibilizzazione delle fibre nervose, che perdura nonostante la causa di partenza possa sembrare risolta. Ecco perché in queste situazioni (anche dette neuropatiche) potremmo assistere alla comparsa di prurito in un cane/gatto allergico in assenza di un preciso stimolo scatenante, o potremmo causargli un grattamento molto intenso e inarrestabile con la semplice carezza del pelo.

Trattamento del prurito: una scelta ragionata e tempestiva

Proprio per la complessità delle cause e dei meccanismi e il pericolo che peggiori col tempo, il prurito rappresenta ancora oggi una delle sfide più impegnative per il medico veterinario, oltre che uno dei motivi principali che genera cani sofferenti e proprietari frustrati.

Sicuramente, è fondamentale identificare ed eliminare le cause scatenanti il prurito. Trovare, ad esempio:

  • una dieta priva di alimenti allergizzanti;
  • eseguire una profilassi antiparassitaria;
  • optare per “terapie desensibilizzanti” (vaccino per le allergie) se il cane è allergico a molte sostanze ambientali.

C’è comunque da dire che non sempre si identifica rapidamente una causa precisa. Le allergie coesistono tra loro e la comparsa di infezioni complicanti può peggiorare il prurito e renderne più difficile la risoluzione. Il pericolo, dunque, che si inneschi un prurito svincolato dalla causa scatenante è sempre presente.

Prima ancora di averne scoperto la causa, diventa quindi molto importante calmare il prurito agendo su tutti i meccanismi che lo sostengono. Esistono molti farmaci anti-prurito (es. cortisonici, immunosoppressori), ma la loro azione farmacologica si accompagna a effetti collaterali che ne sconsigliano l’utilizzo a lungo termine.

In queste situazioni possono rappresentare un valido aiuto le aliamidi, sostanze fisiologiche (presenti naturalmente nell’organismo) che coniugano la sicurezza d’impiego a una buona efficacia sul prurito e sull’infiammazione della cute. La molecola capostipite (Pea, palmitoiletanolamide), somministrata per via orale nella forma attiva (ultra-micronizzata, Pea-um), ha infatti dimostrato di esercitare effetti benefici su prurito e lesioni cutanee di cani e gatti allergici, migliorando la qualità della vita degli animali e dei loro proprietari. Possiamo anche aiutare il tempestivo controllo del prurito con shampoo, spray, lozioni a base di sostanze idratanti e igienizzanti, oltre che ricostituenti della barriera lipidica della pelle, da applicare localmente, specie sulle zone arrossate, lese o fortemente pruriginose.

di Chiara Noli – Medico Veterinario, Libero Professinista, Dipl Ecvd, Peveragno (Cuneo)

 

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