Razze pericolose, o è colpa dell’uomo?
Razze pericolose o potenzialmente tali. Cani che incutono più timore di altri. Animali aggressivi. Ma quando è effettivamente così? Qual è il motivo di paure così radicate? Sono davvero fondate? Spesso vengono etichettate come razze pericolose anche se nulla lo farebbe pensare. A volte è colpa solo del loro aspetto che per qualche motivo incute un po’ di timore. Pochi sanno, invece, che i molossi in generale hanno un carattere solare e giocoso, maturano molto tardi, verso i tre anni, e sono dei cani estremamente attaccati al proprietario, quasi da essere definiti “appiccicosi”. Le persone, dunque, piacciono loro davvero tanto. Cos’è allora che fa così paura?
Cani da guardia e da guerra
Se facciamo una breve ricerca delle loro origini, scopriamo che i molossi sono i cani dell’omonima popolazione dell’Epiro che occupava questa regione. Si trattava di un’antica razza di cani da guardia molto robusta, forte fisicamente ed estremamente reattiva, che affiancava anche l’esercito in guerra. Sarebbero questi gli antenati dei nostri molossi moderni, che hanno conservato in parte queste caratteristiche, modificate nel tempo dalla selezione operata dall’uomo.
La selezione dell’uomo
Sappiamo che nel corso degli anni questa selezione ha portato anche alla creazione di vere e proprie macchine da combattimento, per il puro divertimento del genere umano che è riuscito persino a farne un’opportunità di guadagno, dal passato fino ai giorni nostri, nonostante la legge lo vieti espressamente con pene sempre più aspre. Si tratta, quindi, di razze create dall’uomo con una potenza fisica e mascellare notevole (si pensi che questi cani combattevano contro leoni e tori) e una soglia del dolore molto alta. Possederli, dunque, significa anche assumersi una grande responsabilità, poiché una cattiva educazione prima e una errata gestione dopo potrebbero causare danni irreparabili. [box style=”rounded” border=”full”] Esistono cani pericolosi? “Molte volte leghiamo il problema della pericolosità alla razza dell’animale. Non tutti i cani sono uguali. Le tendenze di razza esistono, ma quello che è importante è l’apprendimento. Infatti, anche se una razza è tendenzialmente competitiva, ciò che conta è come trascorrerà la sua vita e come apprenderà durante questa, attraverso le persone alle quali farà riferimento. Estremamente importante è la socializzazione continua che dovrà avere con gli altri cani e con le persone e la relazione che si instaurerà con il proprietario e gli elementi della famiglia”.
Raimondo Colangeli Medico Veterinario Comportamentalista
La legislazione sulle razze
Diversi i Paesi che hanno deciso di adottare misure cautelari con lo scopo di estinguere razze “potenzialmente pericolose”. Parliamo della Breed Specific Legislation, la legge che regolarizza il possesso di alcune razze di molossi (Pit Bull Terrier, Japanese Tosa, Dogo Argentino, Fila Brasileiro) e detta le norme da seguire. Pena la sanzione, il sequestro o la condanna a morte dell’animale nel caso di comprovata pericolosità.
Il caso Lennox
Nulla di strano fin qui, se non fosse che diversi sono i casi di abuso della suddetta legislazione. Tristemente famosa la vicenda del cane Lennox, l’incrocio tra un American Bulldog, uno Staffordshire Bull Terrier e un Labrador del nord dell’Irlanda. Lennox vive felicemente a Belfast con la sua famiglia, l’infermiera trentaquattrenne Caroline Barnes e la piccola Brooke, dodicenne disabile che trova nel suo cagnolone nero un fedele compagno sempre presente nei momenti di difficoltà. “È il mio miglior amico”, riferisce Brooke al Daily Mirror, “e quando sto male, il che succede un sacco di volte, lui sta ai miei piedi e mi conforta… Gli altri miei cani escono e giocano, ma Lennox sta con me e io lo amo”. È un cane buonissimo, dunque, non ha mai morso nessuno o mostrato segni di aggressività. È il 19 maggio 2010 quando le guardie zoofile del Comune piombano in casa della famiglia Barnes e portano via il cane. L’accusa? Lennox assomiglia a un Pit Bull. A nulla sono valsi i due anni di lotta, neanche il test del Dna che dimostrava chiaramente la non familiarità di Lennox con la razza incriminata. Tante le persone che si sono battute per la sua salvezza, centinaia le petizioni firmate in suo favore. Anche l’educatrice cinofila ed esperta comportamentalista Victoria Stilwell ha combattuto fino all’ultimo. Accanto ai suoi referti che certificavano la non pericolosità di Lennox, anche quelli di altri esperti, Jim Crosby, David Ryans e Sarah Fisher, che avevano sostenuto che Lennox fosse un cane assolutamente innocuo e che sono stati completamente ignorati dal tribunale. Lennox è stato giustiziato.
In Italia bandita la “lista nera”
L’Italia per fortuna ha bandito la “lista nera”. Non esistono razze considerate “pericolose”, tutti i cani potrebbero potenzialmente diventarlo se educati non correttamente, senza essere esposti ad una giusta socializzazione con persone, animali e situazioni. Tutti noi dovremmo essere in grado di comprendere meglio i segnali che il nostro cane ci manda quotidianamente. Solo in tal modo è possibile riconoscere comportamenti allarmanti e rivolgersi per tempo ad un veterinario esperto di comportamento che possa spiegarci bene cosa stiamo sbagliando e come correggere il tiro. Intervenire repentinamente in situazioni del genere fa sì che, nella maggior parte dei casi, un cane potenzialmente aggressivo possa essere riabilitato al cento per cento. Questo eviterebbe episodi sgradevoli che non fanno altro che alimentare false credenze su alcune razze. A conferma che non esistono cattivi cani, ma solo cattivi proprietari.
I segnali di aggressività “Per segnali di aggressività intendiamo il ringhio o dei comportamenti di aggressione. Cosa fare? Prima di tutto capirli. Qualunque segno di ringhio non accompagnato da una postura di invito al gioco da parte del cane è un segnale preoccupante, è un campanello di allarme. Un cane può essere aggressivo per vari motivi: per paura, perché competitivo, perché non socializzato. Se si riconoscono questi segnali e si pensa che il ringhio faccia parte del comportamento di aggressione e costituisca, quindi, una minaccia, è necessario rivolgersi a dei veterinari esperti in comportamento per risolvere il problema”.
Raimondo Colangeli Medico Veterinario Comportamentalista
Di Federica Forte
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