Libero e Veronica: amore ricambiato
Libero è un Beagle di quattro anni, nato l’11 agosto del 2011. Per dodici mesi conosce il lager di Green Hill, il maledetto allevamento di cani a Montichiari, in provincia di Brescia, destinato alla sperimentazione animale. Per fortuna, oggi, chiuso per sempre, grazie alla nobile battaglia animalista, condotta dalla Lav, in primis. Abbiamo parlato di Green Hill in molti articoli. A questo collegamento trovi tutte le prove a loro carico. A quest’altro link, invece, trovi parte della loro storia. Per scoprire di più sui Beagle, invece, ti rimandiamo a questa pagina. Libero, dopo essere stato accompagnato con amore e tanta pazienza alla vita, quella vera, restituisce ai suoi genitori adottivi tanto amore e li guida a una dieta migliore, che mette al bando la carne e contribuisce, in qualche modo, a salvare il pianeta. Per produrre un chilo di carne di manzo, infatti, ci vogliono dieci chili di mangimi e oltre 15mila litri di acqua e la produzione di un chilo di manzo emette tanta CO2 quanto un’automobile che percorre 250 km (una distanza pari a circa quella tra Roma e Firenze). Basti sapere che i due terzi dell’energia consumata dal ciclo di produzione della carne proviene dalla realizzazione e dal trasporto dei mangimi per animali.
Primo incontro al canile di Mariano Comense
Ebbene, Libero esce da questo inferno i primi di agosto del 2012, anno della sua rinascita e dell’inizio della sua vera vita, a fianco di Veronica Giraldo, la sua affettuosissima “mamma adottiva”. Oggi il nostro protagonista vive a Mariano Comense, in provincia di Como, un paesino della Brianza dove è nata e abita Veronica con il suo compagno Maurizio, un altro cane di tre anni preso in canile, di nome Teodoro, e due gatti di sette anni, Susy e Miele. Per fortuna il lavoro di Veronica le permette di passare l’intera mattinata con loro, mentre il pomeriggio lo passano con il “papà”, per cui difficilmente rimangono da soli: ma quando succede si tratta comunque di poche ore, massimo due, e sono bravissimi.
L’unico adulto tra tanti cuccioli…
Ma approfondiamo più nel dettaglio il grande giorno. “Avevo compilato il questionario di Enpa per l’affido, spedito alla fine di luglio, e dopo pochi giorni ho ricevuto una mail in cui si comunicava che ero stata scelta per un affido, invitandomi a recarmi al canile dove erano stati trasferiti alcuni cani di Green Hill, pronti all’adozione”, ricorda emozionata Veronica, “e ho visto Libero per la prima volta al canile di Mariano”. È il 4 agosto del 2012: Veronica e il suo compagno sono appena arrivati al canile, lei è molto emozionata. “Mi hanno fatto vedere dove erano tenuti i cagnolini, tutti cuccioli tranne uno”, ricorda lei, “i piccoli saltavano addosso alla volontaria che era entrata nella gabbia, mentre il più grande se ne stava in disparte”. Alla domanda “dimmi tu quello che vuoi e te lo prendo”, Veronica non esita neanche un attimo: “era lui, il più impaurito e, dalle dimensioni, il più ‘vecchio’. I cuccioli, ovviamente, sarebbero stati scelti subito e lui avrebbe avuto meno possibilità di uscire”.
La prima volta in auto
Così, dopo che la volontaria lo prende dolcemente in braccio, si recano all’ufficio all’interno della struttura. “La cosa che mi ha fatto più impressione era il fatto che questo cane veniva maneggiato da tutti, tremante, ma in perfetto stato catatonico e immobile”, racconta ancora la sua “mamma adottiva”. Finito l’iter della compilazione dei documenti, è il momento di caricare Libero in macchina. Sembra quasi aver già capito che sarebbe andato a star meglio, perché con Veronica si comporta in modo meno pauroso, che con le persone del canile. Malgrado abbia un anno d’età, fisicamente è magrissimo e pesa appena sette chilogrammi (ora tredici, quasi il doppio!).
Rodaggio per una nuova vita
“I primi quattro mesi sono stati devastanti per noi e per lui”, racconta ancora Veronica. Libero non è abituato a nulla, né al vento tra le foglie, né a fare i bisogni in orari normali. Ogni rumore scatena immediatamente in lui paura e terrore, per cui in casa decidono di fare a turni di due ore, di notte, per abituarlo agli odori e ai rumori in modo graduale. Ogni due ore, quindi, Veronica e il compagno si danno il cambio per portarlo a spasso nella via dove abitano (una strada chiusa, fortunatamente) e piano piano lo accompagnano verso la sua nuova vita.
Lo abituano con amore e pazienza
Di giorno, ovviamente, è impensabile portarlo fuori e anche in questo caso lo abituano un po’ alla volta, con tanto amore e pazienza. Dapprima all’alba, alle cinque o alle sei, quando il sole inizia a sorgere e alla sera, quando tramonta. Ma il problema più grosso è l’approccio con le persone. “Se incontravamo qualcuno, lui iniziava a girare su se stesso come impazzito e finché la persona non fosse sparita, lui la fissava. Ora è ancora molto malfidato e non si fa toccare da estranei, ma non è cosi spaventato come i primi mesi”, precisa Veronica.
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