Per il cane non vedente Heidi, l’agility è vita
Da quando condivido con lei le mie giornate, ogni cosa intorno a me ha assunto un aspetto diverso. Più che un aspetto, ogni cosa ha acquisito un suono e un odore. Dalle foglie che cadono in autunno e scricchiolano al nostro passaggio, all’ovattato suono della neve, ai profumi della primavera. Al buio. Perché adesso anche il buio, la notte, hanno un odore e un suono.
CIECA FIN DALLA NASCITA
È così da quando convivo con lei. Con Heidi. Uno dei nostri tre cani, il nostro cane cieco. Heidi è un incrocio simile a un Pastore Australiano, con un bel manto bianco e grigio, i cui peli ritroviamo ovunque, quasi anche nel caffè! Oggi ha due anni. Quando era piccola, dietro alle palpebre rosse, s’intravedevano ancora due minuscoli occhietti. Erano azzurri. Ma non sono mai cresciuti e con loro non è mai arrivata nemmeno la vista.
Perché il cane Heidi è cieco fin dalla nascita.
E pensare che all’inizio ero molto preoccupata, non avevo mai avuto un cane non vedente.
CORAGGIOSA E FIDUCIOSA IN ME
Vivere con lei, invece, è per me un insegnamento, ma credo possa esserlo per chiunque abbia voglia di osservare attentamente la sua vita, il suo coraggio, la sua fiducia. E parlo di coraggio perché Heidi non si è mai tirata indietro di fronte a nessuna delle mie proposte: l’ho portata in montagna, tra sentieri più o meno agibili, in città, con tutti i vari ostacoli, abbiamo nuotato insieme al mare, al lago e nel fiume… e lei si è immersa fiduciosa nell’acqua sapendo che non era sola, che ero accanto a lei.
IL SUO ISTRUTTORE FISC CORRADO BIANCHI
E poi, da un anno a questa parte, è arrivata la nuova sfida: l’agility. Devo dire che non ce l’avrei fatta da sola, non solo perché non conoscevo la disciplina, se non in modo molto superficiale, ma anche perché ho notato la differenza quando a condurla, invece di essere io, ha iniziato a essere Corrado.
Corrado Bianchi è entrato nella nostra vita poche settimane dopo l’adozione di Heidi, è un educatore cinofilo Enci fin dal 2007 e vice-coach della Nazionale di agilityFisc, lavora alla scuola di educazione “Orme”, vicino a casa nostra, abito a Condove, nella Val di Susa. Mi avevano parlato bene di lui. E così abbiamo iniziato un corso di educazione di base. Io, però, nel campo vicino, vedevo i cani che si allenavano a fare agility. Così un giorno ho cercato di tastare il terreno, dicendogli che, chissà, forse Heidi avrebbe potuto provare. Ho poi scoperto che Corrado non è una di quelle persone alle quali lanciare sfide a vanvera, perché lui non se ne fa scappare neanche una! E qui entra in gioco la fiducia, l’altra emozione che Heidi mi sta insegnando sempre di più con il suo esempio.
OSTACOLI SEGNALATI A VOCE
Corrado ha avuto un ottimo approccio con lei, provando l’agility. Normalmente l’ostacolo viene segnalato a voce e a gesti, mentre per i cani sordi ciò avviene solo a gesti, per i cani ciechi solo a voce. In America, ad esempio, ho visto cani ciechi praticare sport al guinzaglio. Heidi, invece, no: è libera, l’unico ostacolo che affronta al guinzaglio è la passerella basculante, così è più sicura per lei, visto che è anche un po’ corpulenta.
ADORA IL TUBO
Quando entriamo nel campo di agility la sua concentrazione aumenta e, anche se con calma e senza correre, segue le indicazioni di Corrado, il suo odore, e salta gli ostacoli, sale sulla palizzata, fa lo slalom, entra nel tubo… beh, il tubo, quello, le piace parecchio, per cui ama entrarci e uscirci più volte, se possibile!
FELICE DI PRATICARE QUESTO SPORT
Non è facile muoversi nel buio e accettare la sfida, ma Heidi lo fa e la cosa più bella in assoluto è che è felice. Certo non potrà fare gare di agility, ma questo non le impedisce di arrivare scodinzolando davanti al cancello del campo e saltare bella carica attorno a Corrado, pronta a iniziare il suo allenamento, il suo gioco, il suo sfogo, la sua distrazione. Muore dalla voglia di praticare agility.
E ci insegna la fiducia. E non ha un allenatore da poco, eh, questo va detto, Heidi ha a sua disposizione l’assistantcoach della nazionale AgilityFisc!
DAL BUIO ALLA LUCE DELLA TENACIA
Grazie a Corrado stiamo riuscendo a ottenere grandissimi risultati e oggi Heidi pratica agility con assiduità, in genere due volte a settimana, pur non avendo mai visto nulla in vita sua.
Mi auguro che questa meravigliosa storia di vita sensibilizzi quante più persone su un argomento così delicato come la cecità canina: è importante adottare un cane non vedente.
So che sono state documentate diverse esperienze con cani sordi, ipovedenti, ma non si trova molto su cani completamente ciechi. Chissà se la storia di Heidi potrà aiutare anche altri cani e proprietari alle prese con questo mondo buio, ma che al tempo stesso si può illuminare con la tenacia, il divertimento e la voglia di fare.
L’AGILITY LA MANTIENE VIVA
Quando torna a casa è stanca e appagata, più di quando la porto a correre. Così si prende la sua buona dose di coccole, in attesa di ricaricarsi per il prossimo percorso.
Per un cane cieco tutte le novità sono utili per mantenere attivo il cervello. E l’agility la mantiene viva.
ORA SI FIDA ANCHE DEGLI ALTRI
E questo sport, oltre ad avere regalato a me un amico prezioso, ha donato ad un cane cieco come Heidi la capacità di fidarsi di un’altra persona che non sia io, la possibilità di vincere le sue paure, un veicolo per divertirsi e sfogarsi raggiungendo, così, una maggiore serenità.
A volte penso di essere la sua guida… ma poi mi accorgo che a guidarmi è lei.
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