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La storia di Lucky e Teresa prima della pet therapy

di Maria Paola Gianni

La storia di Lucky e Teresa prima della pet therapy

Avevamo già anticipato le attività di pet therapy di Teresa e Lucky, ma non vi avevamo raccontato la loro storia. Lucky è la dimostrazione vivente di quanto sia ricco e versatile un cane, di qualsiasi età e tipologia. Il nostro protagonista, infatti, è stato adottato da grande, alla bellezza di cinque anni suonati e in pieno “rischio abbandono”.

Oggi è un formidabile cane da pet therapy. Prima Teresa Albergo – laurea magistrale in psicologia, master di secondo livello in Pet Therapy e Qualità della vita, nonché Educatrice di Prima infanzia – lo adotta, salvandolo da un destino incerto. Poi lui la ricambia senza riserve, affiancandola magistralmente nella sua nobile attività di “lettura assistita” con la presenza del cane.

Molto utilizzato negli Usa, dà risultati strabilianti: il cane è presente mentre il bambino legge ad alta voce e lo rassicura. Il tutto si svolge nella libreria “Torre di Abele” di Torino, con mamme e bambini a partire dai sei mesi di vita sino agli otto anni. Una storia bellissima che evidenzia come un cane adulto abbia grandi potenzialità anche per una comunità e, in questo caso, fatta di tanti bambini.

“Dopo un mese dall’inizio del Master in pet therapy e qualità della vita all’Ius Rebaudengo di Torino”, ci racconta Teresa “vedo per caso su internet un annuncio: poche informazioni, due foto, un po’ sfocate, di un cane di cinque anni. Incuriosita, il giorno dopo, lo vado a conoscere”. Lucky le suscita subito grande tenerezza: i suoi occhi tristi e dimessi la colpiscono. È sdraiato su un cuscino, rassegnato e con gli occhi spenti, che emanano grande dolcezza. È di grossa taglia ed è un bellissimo incrocio, color miele, tra un Labrador e un Golden Retriever.

“Ho sempre desiderato nel mio cuore che Lucky fosse adatto a un percorso come cane sociale da pet therapy. Dopo giorni e giorni di insistenza di mio nipote Leonardo nel tirare la coda e le orecchie, e nel toccare gli occhi del povero malcapitato, nonostante gli avessi spiegato che non andava ‘tormentato’, Lucky è stato molto più educativo ed efficace di me. Un giorno, infatti, Leo è particolarmente fastidioso, così Lucky gli prende la mano con la sua grande bocca, spostandola dalla coda. Da allora Leo ha cambiato atteggiamento. E Lucky mi ha fatto capire che sarebbe stato un ottimo maestro di pet therapy”.

di Maria Paola Gianni

©Riproduzione riservata

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