Una amicizia ad occhi chiusi con il cane-guida Nora
Questa è una storia che crea (in)dipendenza. La sfogli una volta e la risfogli ancora, scegliendola e riscegliendola tra tante belle fiabe. Perché sì: tu leggi, decidi, fai un po’ quel che vuoi. Ogni giorno, (quasi) tutto il giorno. Questo sei tu, questi siamo noi: liberi di fare. Di nuotare, pedalare e correre. Potenzialmente, sempre da soli. Anche in compagnia, certo, ma solo quando ne abbiamo voglia. Del resto, ce lo insegnano fin da bambini: l’indipendenza prima di tutto.
Che ne sappiamo noi?
Adesso chiudi gli occhi e provaci così, nello sconforto del buio più totale, a sentirti libero e autonomo: non sarà certo facile. E non tanto perché non potrai fare tutto ciò che vuoi. Ma perché, se ci vuoi provare, avrai bisogno di qualcuno: di una mano da stringere, di un braccio a cui aggrapparti, di una voce da inseguire.
Questa è la realtà quotidiana di Anna Barbaro: legata a doppio filo nel triathlon alle sue guide (con le quali nuota, pedala in tandem e corre) e nella vita di tutti i giorni al cane-guida Nora, la sua Labrador per non vedenti.
Seconda vita
Ha perso la vista nel 2010, Anna, a soli 25 anni. “Ingegnere e violinista (con venti chili in più rispetto al peso attuale), l’attività fisica, prima, non sapevo cosa fosse”, confessa. Ma sono le sfide a farci sentire vivi ed è così che, a distanza di nove anni, quando parli con lei è a un’atleta azzurra che ti stai rivolgendo, una che ha fatto dello sport una nuova ragione di vita. O meglio: “Una ragione di vita nuova. Perché l’esistenza di una persona come me – nata vedente – si divide in due: c’è un prima e c’è il dopo”. Il triathlon e Nora a fare da spartiacque.
Grazie a loro
La strada di Anna si costella presto di nuove esperienze, nuovi progetti, nuove amicizie: “Di persone speciali che mi aiutano a inseguire il mio sogno – i Giochi Paralimpici di Tokyo – con impegno e dedizione: dal mio allenatore, Giuseppe Laface, a Mattia Cambi e Neil Mac Leod, rispettivamente direttore tecnico e project manager federali della sezione paratriathlon, arrivando ad Antonella Salemi, presidentessa del Woman Triathlon Italia, unica squadra tutta al femminile per la triplice disciplina, di cui faccio parte”.
Nuovi traguardi per Anna
Immaginate di nuotare, pedalare e correre sempre in coppia con una guida: questa è la triplice disciplina olimpica secondo Anna. È il paratriathlon nella categoria non vedenti: un’emozione condivisa, un regalo continuo. E come tutti i regali che vengono dal cuore, necessita di un infinito grazie. Ma c’è un però: “Il ruolo delle guide umane nello sport è fondamentale, ma sapere di poter affrontare una gara anche ‘da soli’ toglie una soddisfazione ulteriore”. Sarà questa considerazione a portare Anna verso un nuovo traguardo di autosufficienza: la corsa con il cane.
Benvenute nel team
A seguirla durante la sua prima gara con il cane guida Nora, lo scorso aprile a Udine, c’è stato l’amico Enrico Golfetto, è vero, “ma solo per qualche suggerimento lungo il tracciato”. “Special dog endurance” e la categoria per paratleti prevista dalla Federazione italiana sport cinofili (all’interno del settore dog endurance – canicross) nella quale Anna e Nora si sono distinte, premiate alla manifestazione “Extra Dry-Land”, in provincia di Udine, dal team Marathon Dog, di cui ormai fanno parte.
Galeotto fu il triathlon
L’ispirazione è nata dalla curiosità riguardo al format del Dog Triathlon: “Dopo aver letto del primo evento italiano a tre discipline cinofile – nuoto, mountain bike e corsa con il cane -, scrissi entusiasta agli organizzatori, desiderosa di partecipare alla manifestazione successiva: ed eccoci a Udine, per un nuovo inizio”. In coppia perfino in piscina e sulla pista di atletica, Anna e il cane guida Nora d’ora in poi non si incontreranno più al traguardo: li attraverseranno insieme. Ringrazieranno sempre tutti. Da oggi bastano a sé stesse.
Approfondimenti:
Se sei incuriosito dal Triathlon con il cane, leggi Dog Triathlon: nuotare, pedalare e correre col cane
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