Animal Hoarding: cinque profili per un grave disturbo
Animal Hoarding (dall’inglese to hoard che significa accumulare, accaparrare, ammucchiare) è il nome di un fenomeno che in diversi paesi del mondo è riconosciuto come una patologia, quella appunto di chi accumula nella propria abitazione un numero eccessivo di animali, cani e gatti più comunemente, ma anche animali selvatici, esotici e specie d’allevamento. “Chi detiene un gran numero di animali o più animali in casa e li accoglie, o meglio li raccoglie, nell’opinione pubblica è chi ama gli animali e li protegge”, spiega Greta Diana, medico veterinario comportamentalista. “In realtà queste persone trattengono a loro gli animali, privandoli di una condizione di vita sufficiente e delle possibilità di trovare una sistemazione più adeguata e di dar loro un futuro migliore”.
Anche di questo abbiamo parlato nel numero di febbraio di Quattro Zampe. All’interno dell’articolo c’è uno specchietto con le cinque categorie di Animal Hoarder, ne emerge un quadro di disagio sociale e psicologico.
- Il caregiver sopraffatto (colui che si prende cura): si identifica molto col proprio ruolo e costruisce la propria autostima in base al proprio ruolo. È caratterizzato da un forte attaccamento emotivo agli animali, vive tendenzialmente isolato e la patologia può insorgere in relazione a eventi particolari, ha un’acquisizione passiva degli animali e tende a minimizzare il problema essendone abbastanza consapevole.
- Il salvatore: colui che crede di avere una vera e propria missione nel salvare gli animali, con acquisizione di tipo attivo e passivo, convinto di essere l’unico in grado di prendersene cura, con una forte paura della morte per sé e per gli animali. Poco collaborativo e inserito in una rete sociale molto ampia con associazioni animaliste o privati che peggiorano il problema e lo favoriscono.
- Lo sfruttatore: borderline con caratteristiche sociopatiche, ritiene di avere conoscenze superiori a chiunque altro. Manca completamente di consapevolezza ed è una persona manipolatrice che evade il problema.
- Il principiante: fornisce uno standard di cure sufficiente e in parte è consapevole del problema pur continuando ad acquisire animali e quindi peggiorando la situazione.
- L’allevatore: colui che detiene gli animali per fini commerciali legati a vendita, esposizioni o spettacoli, con scarso accudimento e una consapevolezza moderata del problema. Gli animali, infatti, spesso sono tenuti fuori dall’abitazione e le condizioni di vita delle persone non sono poi così precarie.
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