La socialità del cane
Il comportamento sociale del cane rappresenta la dote più importante nella relazione con l’essere umano, sia per quanto concerne la convivenza – possiamo infatti affermare che solo il cane è in grado di accompagnare l’umano in tutte le diverse situazioni sociali e ambientali – sia per quanto concerne la collaborazione. Il cane ha affiancato la nostra specie fin dal remoto Paleolitico nelle più differenti attività collaborative, dalla caccia alla pastorizia, dalla difesa alla ricerca, e oggi persino come co-terapeuta.
Etogramma di Fido
Detto questo, è altresì evidente che proprio l’intensa partecipazione sociale del cane se, per certi versi, rappresenta la dote più importante, per altri versi può costituire un punto di criticità. Il cane, per esempio, interagisce in modo sociale con gli altri cani e le altre persone e il suo modo di interagire – le leggi non scritte, ma ben rappresentate nel suo etogramma – possono dar luogo a situazioni problematiche. Per esempio, gli esseri umani accettano situazioni di vicinanza e promiscuità abitativa – il caso classico è il condominio – che il cane fa molta fatica a digerire, per cui è possibile che ogni tanto possa, per così dire, perdere la pazienza e dar luogo a scenate di disappunto per un passaggio troppo ravvicinato o un frastuono inatteso. Questo problema viene enfatizzato soprattutto se è il cane a dover decidere il comportamento da tenere, ovvero se il proprietario non ha raggiunto quel grado di accreditamento che consente al cane di fidarsi e affidarsi alla guida autorevole del proprio compagno a due zampe.
Organizzazione sociale
E qui ovviamente insorge un nuovo problema, quello dell’organizzazione sociale del gruppo familiare. Mentre l’essere umano organizza la famiglia in una sorta di società orizzontale di comprimari, per il cane è fondamentale definire una squadra ove a ogni membro è affidato un ruolo ben specifico. I problemi che più frequentemente insorgono da questa differenza di percezione della famiglia – un aggregato affettivo per l’umano, una squadra collaborativa per il cane – sono essenzialmente due: l’incapacità dell’uomo di capire il bisogno del cane di ricoprire un ruolo collaborativo gli crea uno stato di frustrazione e scarsa integrazione sociale, il non tener in seria considerazione la necessità del cane di pensare la propria squadra sotto un preciso coordinamento fa sì che il proprietario poco si preoccupi di essere una guida autorevole per il proprio cane.
A cura di Roberto Marchesini, Direttore del Siua
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