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Io con lui ci sto bene! 8 regole per una perfetta convivenza tra cane e bambino

di Angelo Vaira

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Non sempre la convivenza dei bambini col cane di famiglia è serena e idilliaca. Allora cosa fare, come gestire quella che spesso finisce per diventare una situazione insostenibile? Partiamo da una riflessione che ci pone nella giusta ottica.

Invece di pensare alla convivenza fra cani e bambini come a “qualcosa da gestire”, possiamo trasformala in una fonte di opportunità.

È esattamente quello che è saltato fuori quando ho seguito il caso di una giovane mamma, Francesca, e della non–accettazione da parte di Oliver, il Chihuahua di casa di quattro anni, del piccolo Mattia. Nel video si vede quando faccio la conoscenza del nucleo familiare e do alcune fondamentali indicazioni perché Oliver entri in contatto senza pericolo con Mattia. Scoprendo sul finale che Oliver è il cane ideale per la crescita cognitiva del piccolo, il miglior compagno di giochi che potesse desiderare, perché è un quattro zampe che richiede che i suoi spazi e tempi siano rispettati. Ma partiamo dall’inizio. La richiesta di aiuto di Francesca arriva a seguito di diversi episodi e uno in particolare, in cui il cagnolino morde il piccolo Mattia vicino all’occhio.

Nulla di grave, ma è importante che questi episodi non si ripetano. Oltre a prendere delle misure di sicurezza, però, cos’altro si può fare? Quali sono i benefici di una convivenza fra cani e bambini? Quali opportunità ci offre? Con Francesca siamo, quindi, partiti da quella premessa iniziale: invece di pensare alla convivenza fra cani e bambini come a un problema da risolvere, possiamo trasformarla in una situazione a vantaggio di tutti? La cosa più importante da cui partire, la base di tutto: mai lasciare cani e bambini da soli. L’ultima confessione arrivata è di una signora che durante una mia conferenza si è avvicinata e mi ha detto che ora suo nipote è terrorizzato dal cane di famiglia che gli ha assestato un brutto morso, “eppure andavano d’accordo”, “eppure non ha mai avuto comportamenti aggressivi prima”. Non sappiamo cosa possa essere successo, ma per esperienza so che spesso i cani sono vittime: hanno prima tentato di dire “no” gentilmente, poi a un certo punto, hanno reagito.

1 Cosa è importante per il tuo cane?

Identifica quali oggetti sono importanti per il tuo cane. O quali situazioni sono importanti per lui come, per esempio, il momento delle coccole, gironzolare in cucina mentre prepariamo la cena o stare su letti e divani. Questo ci serve a capire quando può diventare possessivo e, quindi, è richiesta maggiore attenzione da parte nostra.

2 Creare situazioni di gioia condivisa

Se cane e bambino provano gioia mentre stanno assieme e interagiscono, imparano a conoscersi meglio e il loro legame diventa più forte, poiché si associano l’un l’altro a emozioni positive. Ecco che cominciamo a trasformare qualcosa di valore verso cui il cane può essere possessivo, in una occasione in cui si leghi di più al bambino. Di seguito alcuni esempi come spunto. Gioco e coccole – I giocattoli e le coccole, nel caso specifico analizzato, non sono solo fonte di problemi. Sono anche qualcosa che rende felice il cane e con la giusta mediazione possiamo giocare e coccolare sia il cane che il bambino. Il buongiorno al risveglio – Quando ci svegliamo possiamo con voce gentile, creare gioia in cani e bambini. Fra sorrisi e scodinzolii le giornate cominciano davvero bene. In etologia questo genere di cerimonia di chiama “greeting”, saluto. Sono rituali che rinsaldano i legami sociali. Nostro figlio può imparare osservandoci a usare una voce gentile, dolce, in armonia con lo scodinzolio e con i vocalizzi del cane. È meglio che i nostri movimenti siano delicati e adatti al risveglio. C’è un’enorme differenza con un cane svegliato da urla e tironi alla coda! Se nostro figlio è ancora troppo piccolo per muoversi adeguatamente, gli sarà comunque di beneficio essere nella stessa stanza, osservando e ascoltando la nostra interazione col cane. Attenzione: non tutti i cani gradiscono la nostra faccia vicino alla loro. I cani non sono tutti uguali. Cercate di scoprire cosa gradisce di più il vostro al suo risveglio. E questa è un’altra occasione per insegnare qualcosa di buono ai bambini. Altri “greeting”, rituali di saluto – la gioia causata dal rientro a casa è un altro momento bello. Ed è triste vedere così tanti operatori del settore consigliare di ignorare il cane in questa occasione. Insegnate a vostro figlio che rientrare in casa, usando voce alta e agitandosi, non va bene. Se la nostra voce è lenta, bassa, gradevole, come i nostri movimenti, possiamo tranquillamente godere di questo momento. Oltre a quello che facciamo, la gioia condivisa emerge anche a partire dal luogo in cui siamo e come l’abbiamo organizzato.

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3 Organizzare bene l’ambiente

L’ampiezza degli spazi, i limiti fisici imposti dai mobili, divani su cui scendere e salire, giocattoli e strumenti e il nostro modo di usarli e mediare il loro utilizzo tra il cane e il bambino, condizionano cosa accadrà fra cane e bambino. Tutto deve essere misurato a seconda delle dimensioni del cane, del suo carattere e dell’età e attitudini del bambino.

4 Giocattoli come chiavi interattive

Come dicevamo, i giocattoli non sono solo fonte di problemi. Sono anche qualcosa che rende felice il cane e possiamo approfittarne. In questo caso Mattia è ancora piccolo e non ha ancora capito che Oliver ama che gli siano lanciati dei giocattoli. Per cui possiamo aiutarlo. Lo facciamo noi standogli vicino e lasciamo che avvengano altre cose, oltre ai lanci, supervisionando le interazioni.

5 Porsi nel mezzo

La nostra posizione è determinante perché tutto proceda in sicurezza. Dobbiamo avere la facoltà di porci fra cane e bambino, con le braccia o con tutto il corpo. Noterete che è difficile farlo per tutto il tempo, ma non è nemmeno necessario. Questa posizione è da assumere, però, ogni volta che lo riteniamo opportuno, come quando ci sono di mezzo i giocattoli preferiti del cane, o quando il bambino comincia a voler afferrare il pelo del cane per alzarsi in piedi.

6 Anche il cane va protetto

Quello che ho visto più spesso nell’affrontare problematiche legate alla convivenza bambini-cani è che i genitori partono dal presupposto che il soggetto da proteggere (dall’essere morso e aggredito), quindi più debole, sia il bambino. Niente di più sbagliato: la mia lunga carriera è, purtroppo, costellata di aneddoti – per fortuna tutti con epiloghi positivi – di cani che, dopo diverse vessazioni, abbiano perso la pazienza e ‘reagito’ con un morso. Mentre, fino all’episodio di aggressione, le testimonianze ricorrenti erano ‘sono sempre andati d’accordo’, ‘non era mai successo nulla’, ‘il cane non ha mai nemmeno ringhiato al piccolo in nostra presenza’. La regola numero una è: supervisione, supervisione, supervisione!

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7 Il cane deve potersi allontanare

Quando facciamo conoscere al cane il bimbo o quando il bambino autonomamente va dal cane, l’ambiente deve poter offrite al quattro zampe la possibilità di allontanarsi. Meglio ancora quando è il cane a decidere di avvicinarsi. Insomma, mettere qualcuno all’angolo non lo fa mai sentire a suo agio ed è così anche per i cani.

8 È giusto che il cane ponga dei limiti

Se pensate che un cane debba farsi fare sempre tutto ciò che desidera dal bambino di casa, devo esortarvi a non adottate cani. Un buon genitore non è quello che punisce il cane quando ringhia o si allontana dal bambino. È quello che comprende che anche il cane può essere a disagio, che sa leggerne la comunicazione in anticipo e previene le situazioni problematiche.
La presenza di un cane per un bambino è davvero un’opportunità, ce lo dice anche la scienza. È stato, infatti, dimostrato che i bambini che vivono con i cani sviluppano maggiore intelligenza emotiva e sociale, rispetto a chi non ha questa possibilità. Ma ciò accade perché il bambino è stato aiutato dai genitori a comprendere che anche il cane ha i suoi bisogni e dei sentimenti, che non è un giocattolo, ma un essere vivente complesso e delicato.

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