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Perché il mio cane abbaia alla sua immagine riflessa?

di Redazione Quattrozampe

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Quando un cane abbaia alla sua immagine riflessa è probabile che abbia un’errata percezione di sé. Come ad esempio nel caso proposto dalla nostra amica Daria alla comportametalista Costanza De Palma.

Salve,

abbiamo preso un cane in canile, meticcio dalmata, da una settimana. Abbiamo scoperto che, a casa nostra, il cane abbaia alla sua immagine riflessa negli specchi e nelle vetrate delle porta-finestre. E’ una cosa che il nostro cane (di 6 anni circa) può superare? In che modo possiamo aiutarlo?

Stessa cosa vale per le scale. Ho scoperto oggi che non vuole scendere i gradini delle scale, mentre, anche se con un po di diffidenza, riesce a salirle. Ha qualche consiglio da poterci dare?

Cara Daria,

sicuramente il tuo cane ha un problema di mancata/errata conoscenza di sé e dell’ambiente che lo circonda da addebitarsi probabilmente alla sua precoce degenza in canile (dove non c’erano scale né tantomeno specchi). Vedere il riflesso della propria immagine provoca nel cane, spesso e volentieri, reazioni quali l’abbaiare perché non è realmente cosciente della propria immagine riflessa, cosa scientificamente testata solo nelle scimmie antropomorfe. Ad ogni buon modo, sarei felice di ricevere una tua telefonata, in modo tale che, oltre a porti delle altre domande più precise sul tuo dalmata, posso insegnarti in modo più veloce e pratico esercizi di desensibilizzazione e controcondizionamento. Nel frattempo, di seguito, puoi leggere un mio articolo dedicato all’argomento.

A presto

Tecniche di recupero comportamentale

Il “problema comportamentale” è il comportamento indesiderato che il cane compie. Ne esistono quattro tipi: propri, impropri, indotti e derivati.

I primi sono i veri e propri problemi, in quanto si verificano all’interno di una situazione familiare ottima e compaiono senza un reale vero motivo; i secondi sono considerati problemi solo per il proprietario, ma in realtà non lo sono (ad esempio il cane non abbaia ed il proprietario se ne dispiace); i terzi sono dovuti ad una mancata e/o errata e/o traumatizzata socializzazione; gli ultimi sono causati da patologie, ad esempio dovute alla vecchiaia.

Statisticamente il 90% dei casi è costituito da problemi indotti, generalmente risolvibili con le tecniche di desensibilizzazione e controcondizionamento. Queste sono alcune delle principali tecniche utilizzate dai comportamentalisti per la risoluzione di problemi comportamentali.

Se il cane fin da piccolo non ha conosciuto ad esempio una grande varietà di persone (basse, alte, grasse, magre, anziane, giovani… ) o di oggetti (ombrelli, cappelli..) si potrà essere facilmente spaventato o innervosito quando si troverà in loro presenza senza, per noi, alcun motivo valido. In questo caso il cane si sensibilizzerà nei riguardi di quel qualcuno o qualcosa. Quindi il comportamentalista ricorrerà alla tecnica della desensibilizzazione affinché l’animale familiarizzi con l’oggetto o la persona.

Mentre se il cane ha subito un trauma o vissuto una situazione spiacevole a causa di certi eventi (un temporale, un motorino in moto..) o di certe persone (basse, alte, grasse, magre, anziane, giovani… ) o di certi oggetti (ombrelli, cappelli..), esso si condizionerà ogni volta che rivivrà la situazione. In questo caso il comportamentalista ricorrerà alla tecnica del controcondizionamento affinché il cane superi la sua errata e/o traumatizzata conoscenza.

(www.enpa.it, rubrica “Il comportamentalista”)

 

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