Cane che abbaia in condominio e litigi tra condomini
Estate, finalmente. Con il caldo, la voglia e la necessità di tenere finestre e balconi aperti. Bellissimo. C’è, però, un ma:
è più facile sentire i rumori prodotti dai vicini di casa, anche quelli dei loro animali, e il litigio condominiale è dietro l’angolo.
E alle associazioni animaliste, soprattutto in questo periodo, arrivano decine di richieste d’aiuto di proprietari di cani vessati da vicini intolleranti all’abbaio dei loro quattro zampe. “Ho trovato nella mia casella postale una busta regolarmente spedita e indirizzata a me personalmente”, scrive, ad esempio, a Gaia Animali & Ambiente la dottoressa P.F. “Contenuto: un ritaglio di giornale con un articolo intitolato ‘Troppi rumori: papà e figlio uccisi dal vicino’. E sopra questo titolo la scritta a mano: ‘P. F. questa è la fine che farai tu. Il tuo cane ha rotto i co…ni’. Una minaccia di morte, insomma, nemmeno troppo velata, rivolta a me e alla mia famiglia a causa del mio cane che abbaia ogni tanto al passaggio dei suoi simili”. Situazione terribile, ma purtroppo per nulla rara. Minacce a parte, vediamo cosa dice la legge in proposito.
Un vicino “disturbato” dall’abbaiare di un cane non basta. Deve essere una “pluralità”
Ha fatto gioire i proprietari di cani la sentenza emessa dal giudice Alessandro Bravin che ha assolto i proprietari di quattro cani dall’accusa di disturbo della quiete pubblica. I due proprietari, inizialmente condannati, non hanno accettato di buon grado la pena del pagamento di 300 euro e hanno presentato opposizione, determinando l’avvio di un procedimento in piena regola.
La conclusione del processo è stata chiara: sentenza di assoluzione firmata dal giudice, che ha accolto la tesi difensiva secondo la quale i quattro animali nel giardino della villetta di Tiriolo, in provincia di Catanzaro, avrebbero disturbato solo una famiglia di vicini e, dunque, non si configurerebbe il reato di disturbo della quiete pubblica. La sentenza ha fatto giurisprudenza e l’orientamento dei giudici va ora spesso in questa direzione. Secondo un’altra successiva sentenza della Corte di Cassazione, non è sufficiente che il disturbo sia arrecato a un solo vicino, ma è necessario che riguardi una pluralità di persone. L’interesse tutelato dalla norma è quello della pubblica tranquillità: è necessario che i rumori derivanti dagli animali siano idonei “a incidere negativamente sulla tranquillità di un numero indeterminato di persone”.
Can che abbaia saltuariamente non disturba
Le sentenze proseguono. A Rovereto (Trento) un giudice di pace ha dato torto a un pensionato esasperato (a suo dire) dal rumore dei due Dobermann dei vicini. Ma abbaiare è un “diritto esistenziale” dei cani, ha sostenuto il giudice, e con questa motivazione ha respinto il ricorso del pensionato che aveva chiesto un risarcimento danni. È emerso che i due Dobermann latravano solo occasionalmente e non in maniera continuativa. Abbaiando saltuariamente, non infastidivano quasi nessuno: solo il pensionato, particolarmente “sensibile”. Che si è dovuto rassegnare. I cani che abbaiano saltuariamente è difficile che disturbino la pubblica tranquillità.
La disavventura di Miro continua
Non sempre le cose filano lisce. Come nel caso recente di Miro, Maremmano di tre anni sequestrato alla sua proprietaria in provincia di Trento. La storia ha fatto il giro d’Italia: un vicino si lamenta dei latrati di Miro. Fa una prima querela. Intervengono i carabinieri e comminano una multa. Segue un’altra querela, ma questa volta la proprietaria di Miro decide di non pagare e vuole essere ascoltata in tribunale per portare le ragioni sue e del cagnone. Colpo di scena: in attesa dell’udienza la procura di Trento decide di sequestrare il cane. Così Miro finisce in canile, dove si intristisce e mangia poco. L’avvocato della famiglia di Miro presenta ricorso contro il sequestro. La vicenda va su tutti i media e tutti si schierano con Miro: viene lanciata una petizione online che raccoglie 250.000 firme in pochi giorni.
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