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È reato ignorare un cane che sta male

di Claudia Taccani

È reato ignorare un cane che sta male

Il fatto accade nella capitale: le Guardie zoofile dell’Oipa intervengono d’urgenza in una zona di Roma est dopo aver ricevuto diverse segnalazioni. Trovano Willy, un cane meticcio di otto anni, magrissimo, cieco e immobile, così tanto tormentato dalle piaghe, dalla fame e dal dolore che ormai si sta lasciando andare. Willy non solo non è mai stato curato, ma è stato lasciato a vivere nel cortile fuori dall’abitazione, tra le sue feci. Il meticcio viene sequestrato per maltrattamento e subito curato. Ora è in affido a una famiglia che si sta prendendo cura di lui con tanto amore.

Responsabilità punita dalla legge

È reato ignorare un cane che sta male

Casi di questo tipo, dove un cane che sta male non viene curato, purtroppo per nulla rari, integrano una responsabilità punita dalla legge.

Ricordiamo, infatti, che il reato di maltrattamento di animali è punito con la reclusione fino a un anno e mezzo o con la multa fino a 30mila euro, pena che, si auspica, verrà aggravata con una riforma legislativa chiesta dalle associazioni protezionistiche tra le quali Oipa. Tale reato colpisce “chiunque”, per crudeltà o senza la necessità, maltratti un animale (non solo cane o gatto) anche se di proprietà. I giudici si sono spesso espressi condannando proprietari superficiali o insensibili.

Niente veterinario? Multa da 10mila euro

La Corte di Cassazione, con recentissima sentenza, ha confermato la condanna a 10mila euro di multa nei confronti del proprietario di un cane che sta male per non averlo portato dal veterinario, in presenza di evidenti segni di malessere, senza, quindi, procedere con le necessarie cure.

Non è per forza necessaria una volontà diretta e cruenta per cagionare sofferenza a un animale, ma si può configurare una responsabilità penale anche per mera insensibilità del soggetto come, appunto, nel caso del proprietario disinteressato alle necessità del proprio animale.

È reato ignorare un cane che sta male

Cause di forza maggiore

Discorso del tutto differente il caso in cui sussistano difficoltà economiche che rendano difficile o impossibile procedere con interventi costosi. Si pensi a un’anziana signora che vive grazie alla sua pensione, ma deve far fronte a un’ingente spesa per curare il proprio amato animale domestico. Ecco che, in tal caso, entra in gioco la solidarietà mediante raccolta fondi per le cure o, come da tempo si chiede al legislatore, sarebbe auspicabile l’introduzione della mutua nazionale per gli animali da compagnia.

Non solo cani e gatti

Di più. Il proprietario di dodici asini è stato condannato per detenzione incompatibile di animali. L’accusa? Non aver tagliato le unghie ai suoi equini le quali, diventando troppo lunghe, necessitavano l’intervento del maniscalco, comportando una serie di difficoltà per gli animali a deambulare e a stare in piedi.

Il consiglio: segnalare le mancanze

Di fronte a situazioni di questo tipo, come appunto verificatosi nel caso di Willy, è consigliabile segnalare il caso alle guardie eco zoofile, se presenti sul territorio di competenza, oppure procedere con denuncia/querela presso qualsiasi questura.

Approfondimenti:

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