Taglio delle orecchie e della coda: è maltrattamento!
Per legge gli interventi chirurgici destinati a modificare l’aspetto di un animale d’affezione sono vietati. Tutto questo grazie alla Convenzione Europea di Strasburgo del 1987 per la protezione degli animali da compagnia, ratificata nel nostro paese con legge numero 201 del 4 novembre 2010, che prevede, tra i relativi dettati, il divieto di interventi chirurgici destinati a modificare l’aspetto o finalizzati ad altri scopi non curativi, quale per esempio, il taglio della coda, orecchie, corde vocali, unghie e denti.
Denunce per maltrattamento
Grazie alla normativa citata è possibile, pertanto, denunciare per maltrattamento eventuali violazioni, in modo da sconfiggere un triste “trend” che, impone, per alcune razze, il taglio di orecchie e coda al fine di rendere il quatto zampe più bello. È bene, tuttavia, sapere che la normativa citata prevede delle deroghe al divieto: se un veterinario considera e certifica che, un intervento non curativo sia necessario, sia per ragioni di medicina veterinaria, ovvero per impedire la riproduzione, allora è possibile procedere in tal senso.
Divieto assoluto per fini estetici
A questo proposito, il Ministero della Salute, con l’entrata in vigore della normativa europea, ha emesso specifica circolare interpretativa, mediante la quale viene ribadito il divieto assoluto di ricorrere a interventi chirurgici a scopo estetico sugli animali da compagnia e, in riferimento alla caudotomia (taglio di coda), specifica la possibilità di procedere sui cani impiegati in talune attività di lavoro, nonché in quelle di natura sportivo-venatoria, perché spesso svolte in condizioni ambientali particolari, come zone con fitta vegetazione che, comportando un elevato impegno motorio, espone l’animale a maggiori rischi di fratture e lacerazioni.
Eventuali deroghe solo se certificate
La circolare ministeriale prosegue specificando che il medico veterinario potrà ricorrere a interventi di caudotomia a scopo preventivo sui cani impiegati in determinate attività, mediante anestesia ed entro la prima settimana di vita del quattro zampe, rilasciando certificato giustificativo. In definitiva la legge è chiara, nessuna “mutilazione” per scopo estetico ed eventuali deroghe devono essere certificate: in caso contrario scatta il reato di maltrattamento di animali, previsto dal nostro Codice Penale.
Taglio vietato anche da regolamenti
Ma andiamo oltre. Anche diversi Regolamenti comunali per la tutela del benessere animale prevedono il divieto esplicito di interventi chirurgici a scopo estetico, con tanto di sanzioni salate in caso di trasgressione. Così, per esempio, la città di Roma, nel regolamento di tutela animale voluto fortemente dall’allora delegata del sindaco, Monica Cirinnà (ha istituito il primo ufficio diritti animali d’Italia, oggi è senatrice della Repubblica) prevede che “è vietato tagliare o modificare code o orecchie di animali domestici, tagliare la prima falange del dito dei gatti ovvero operare la devocalizzazione”.
Responsabile anche il veterinario
Diverse città hanno seguito la Capitale, prevedendo, come la città di Ferrara che, in caso di interventi non necessari, anche il veterinario è ritenuto responsabile per legge e sotto il profilo disciplinare, essendo il professionista sottoposto a un Codice Deontologico. Inoltre, in caso di emissione di certificati falsi, scatterebbe anche l’ipotesi di reato di falsità ideologica in certificati.
Expo milanese con regole chiare
A Milano, mesi fa, è stata organizzata una importante mostra cinofila internazionale e, il relativo regolamento, in adempimento della corposa normativa, aveva espressamente disposto che l’eventuale partecipazione di cani con orecchie tagliate, doveva necessariamente essere accompagnata da certificato veterinario attestante la “conchectomia” per motivi curativi. Tale obbligo era esteso a cani di allevamenti italiani e di quelli esteri soggetti alla convenzione di Strasburgo.
Certificati non regolari
Il risultato a seguito di accertamenti e verifiche sui documenti prodotti dai partecipanti è stato quello di riscontrare dei certificati non regolari.
Auspichiamo che, grazie ai controlli in queste manifestazioni e non solo, la pratica del taglio coda\orecchie vada in disuso.
Acquistare solo animali integri
Concludiamo con un consiglio pratico: in caso di acquisto di un animale da compagnia lo stesso deve essere consegnato e mantenuto “integro esteticamente”, salvo deroghe motivate, come spiegato in premessa e, come da normativa, eventuali violazioni devono essere segnalate senza indugio alle autorità competenti, per procedere con opportune indagini nei confronti dei trasgressori.
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Claudia Taccani
Avvocato e responsabile
Sportello legale Oipa
sportellolegale@oipa.org
Foto da Shutterstock.com
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