Miocardia felina: facciamo il punto
La miocardia è una patologia cardiaca che può colpire anche il gatto, anche se, essendo una malattia valvolare, può risultare abbastanza rara. Nella maggior parte dei casi è colpito il tessuto muscolare del cuore. Tra le miocardiopatie distinguiamo la Dilatativa e la Ipertrofica.
Miocardia dilatativa e ipertrofica
La Dilatativa è caratterizzata da sfiancamento/assottigliamento del muscolo, con insufficiente capacità di propulsione del sangue; la Ipertrofica, al contrario, prevede l’ispessimento delle pareti, con conseguente difficoltà di riempimento. La prima, frequente fino alla metà degli anni ’80, può essere primaria o dovuta a carenze alimentari. Negli ultimi trent’anni, con l’avvento delle diete bilanciate, questa patologia è andata scomparendo e ha lasciato il posto d’onore alla Miocardiopatia Ipertrofica, che può presentarsi anche come congenita/ ereditaria nei Maine Coon, nei Persiani e in alcune altre sottorazze.
Di cosa si tratta
Questa malattia può essere primaria o secondaria a patologie che provochino grave ipertensione cronica (ipertiroidismo, insufficienza renale, alcuni tumori, altre rare disendocrinie); raramente si presenta associata a stenosi aortica. È caratterizzata da un grado variabile di ispessimento della parete del ventricolo sinistro; il miocardio ispessito non riesce a dilatarsi e si ha scarso riempimento; l’ipertrofia favorisce, inoltre, il progressivo restringimento delle coronarie con conseguenti fenomeni distrofici del tessuto. Il gatto generalment e non manifesta alcun sintomo fino a quando non comincia lo scompenso; allora si potranno avere dispnea, tachicardia, affaticamento e, non raramente, morte improvvisa. Il veterinario, all’ascoltazione, potrà percepire un soffio alla punta del cuore, un ritmo frequente e talora “di galoppo”, ed eventualmente rumori respiratori legati a edema polmonare o a versamento pleurico dovuti allo scompenso cardiaco. Oltre ai versamenti (edema polmonare, fluido pleurico o addominale) il gatto potrà manifestare cianosi e, non raramente, accidenti di tipo tromboembolico legati all’alterato flusso e alle anomalie vascolari secondarie all’ipertensione.
Come si cura
Le conferme diagnostiche e la constatazione del livello di gravità della malattia si avranno mediante Rx, Elettrocardiogramma e, soprattutto, Ecocardiografia. La cura prevede l’uso di farmaci in grado di controllare la pressione, antiaggreganti, diuretici, vasodilatatori. Ovvio che, nei casi in cui ci sia una altra malattia come causa di fondo, anche per questa dovremo instaurare idonea terapia.
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