Trasfusione di sangue per il gatto
Può capitare, anche se vorremmo che non succedesse mai: il nostro amico ha un problema e deve essere operato, oppure raccogliamo un randagio investito e c’è bisogno di una trasfusione di sangue per il gatto. Come funziona questa procedura ora che ci sono le banche del sangue? Ci sono rischi? Vediamo insieme.
Trasfusioni di sangue per il gatto: come funziona
Da più di quattro anni presso il Rev di Milano viene determinato il gruppo sanguigno anche dei pazienti felini in cura presso le cliniche universitarie: vengono messe a disposizione dei medici veterinari che ne fanno richiesta per i loro pazienti unità di sangue felino proveniente da donatori testati, si somministrano trasfusioni di sangue a pazienti che ne necessitano e viene gestito un programma di donatori di sangue della specie felina. “La trasfusione tra felini è una pratica ancora meno diffusa di quella tra i cani, ma possibile”, spiega il veterinario Flavio Colombo Giardinelli, che a Treviglio ha dato vita a una banca dati per cani donatori (simile a “Dog Blood Donors”) e da due anni ha deciso di raddoppiare creandone una per gatti.
Tre gruppi sanguigni nei mici
“Non c’è incompatibilità tra le diverse razze, ma, come nell’uomo, contano i gruppi sanguigni. Ne esistono tre tipi:
- il gruppo “A” più frequente
- il gruppo “B” meno diffuso
- il gruppo “AB” che è raro
È importante sapere il gruppo sanguigno del nostro gatto in caso di patologie con perdita di sangue (anemie, emorragie, interventi chirurgici, traumi)”, continua il veterinario Giardinelli. “Nel caso di un gatto-donatore, la nostra clinica offre di controllane gratuitamente il gruppo sanguigno fornendo poi al proprietario una tessera con i dati del micio”, conclude il veterinario.
A cura di Edgar Meyer
Foto da Shutterstock.com
© Riproduzione riservata.