Vivere con il Somalo: la parola all’allevatore

Emanuela Forti alleva gatti Somali con l’affisso Woland. Abbiamo parlato con lei per scoprire le meraviglie di questo gatto elegante e affascinante e per conoscere le prerogative che lo contraddistinguono e che “dovrebbe avere” chi sceglie di vivere con lui.

Tre domande sul Somalo

Come mai ha scelto proprio questa razza? Che cosa le piace in particolare? Ho avuto modo di conoscere i Somali nel 2008 e sono subito rimasta incantata dal loro aspetto selvaggio, a cui si accompagna un carattere deciso, dolce e affettuoso: caratteristiche che uniscono bellezza e personalità, rendendoli gatti assolutamente speciali. Ciò che più ammiro in loro, e per cui li considero davvero unici, è proprio il connubio fra il look elegante e il carattere così socievole ed equilibrato. A chi lo consiglierebbe? Il Somalo è un gatto che ama partecipare alla vita della famiglia. Lo consiglierei a chi sia in grado di considerarlo a tutti gli effetti un componente della famiglia e sappia apprezzare le sue manifestazioni d’affetto, che lui esprime soprattutto attraverso il contatto fisico e le fusa decise. Lo consiglierei a chi ama la compagnia di un gatto vivace e curioso, agile e giocherellone, socievole e allegro, che richiede coccole e attenzioni. Il Somalo ha una personalità ben definita e mi piace pensare che ad occuparsene sia una famiglia che lo sappia ‘ascoltare’ e renderlo partecipe della vita quotidiana di casa. A parte il mantello, ci sono elementi caratteriali che lo distinguono dall’Abissino? Dedicandomi ai Somali, ma anche agli Abissini, con cui trascorro il mio tempo e condivido gli spazi di casa, posso dire che non riscontro differenze caratteriali tra le due razze. Sono entrambi molto socievoli e rilevo in entrambi, per quella che è la mia esperienza, una spiccata socialità interspecifica: Somali e Abissini sanno instaurare ottimi rapporti anche con animali di altre specie, come i cani, a cui si affezionano in modo particolare.

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