La storia del gatto
La storia del gatto è affascinante come il suo protagonista, questo affascinante e misterioso felino che non finirà mai di stupirci e che solo dal XIX secolo è diventato animale d’affezione. Ripercorriamo in breve le tappe della sua storia.
Etimologia
Gli antichi egizi chiamavano il gatto con il termine onomatopeico che ricorda il suo miagolio, Miou o Myeou, corrispondente alla trascrizione fonetica del geroglifico di questo felino. La gatta era Techau, come risulta dal nome inciso sulle statue funerarie custodite nelle sepolture delle donne, protette nell’oltretomba dalla dea con il corpo di donna e la testa di gatta Bastet. Partendo dal termine Techau, i Copti (cristiani d’Egitto e dell’Abissinia) diedero al gatto il nome Chau tramutato successivamente in Chaus, ad indicare un grosso gatto selvatico abitante dell’Egitto e dell’Asia. Nel V secolo a.C. lo storico greco Erodoto fece conoscenza col gatto e cambiò il nome dall’onomatopeico Myeou al termine greco Ailuros, che significa “dalla coda mobile”. Ben presto questo termine fu rimpiazzato da Gale, termine greco usato per la donnola e poi scelto dai greci per rappresentare il gatto.
Roma antica indicava il gatto selvatico con il termine Felis e da questo temine deriveranno le attuali parole felino e felide. Il termine Cattus (tardo latino) comparve dal IV secolo d.C. derivante forse da lingue africane o orientali. Cattus sarà all’origine del nome del gatto nella maggior parte delle lingue europee: il bretone Kazh, il francese Chat, l’olandese Kat, il russo Kochka, l’inglese Cat, il tedesco Katz, lo spagnolo e portoghese Gato.
In Egitto, in Grecia e durante il Medio Evo
In Egitto il gatto fu amato, venerato e considerato una vera e propria divinità. Gli Egizi, infatti, adoravano Bastet o Bast, divinità mitologica raffigurata generalmente con il corpo di una donna e la testa a forma di gatto. Questa divinità dai tratti solari era il simbolo della vita, della maturità e della fertilità e fu venerata per la sua forza e agilità. Il gatto era molto rispettato dagli egiziani e, per ottenere i favori dalla dea Gatta, erano soliti offrire al proprio amico a quattro zampe, tenuto in casa, vezzeggiato e trattato con i guanti bianchi, del pesce prelibato. Quando i gatti morivano venivano imbalsamati, mummificati, talvolta messi in sarcofagi a forma di gatto e sepolti in enormi cimiteri per gatti.
Nell’antica Grecia gli unici cacciatori di roditori furono i mustelidi (furetti e donnole). I fenici, furono i primi a vendere, sottraendoli agli egiziani, esemplari di gatto ai greci.
Anche i romani avevano una passione per i gatti. In un primo tempo possedere un gatto era riservato alle classi agiate, ma poi si propagò in tutto l’impero assicurando così la propagazione dell’animale in tutta Europa.
Nel Medioevo il gatto fu accolto in modo molto positivo dalle popolazioni islamiche, in quanto Maometto nutriva per questo animale grande affetto e rispetto dopo essere stato salvato dal morso di un serpente da una gatta soriana di nome Muezza, adottata poi dal Profeta. La storia dice che Maometto, grazie all’amore e all’affetto che nutriva nei confronti della sua gatta, regalò ai felini il dono di atterrare sempre sulle quattro zampe.
Tuttavia, per il gatto non fu sempre tutto rosa e fiori, ma visse periodi molto duri e bui. Sempre in tempo medievale, con la diffusione della cristianità, i gatti furono visti in chiave negativa a causa della loro supposta relazione con Satana, il Demonio e la Stregoneria. Per questo motivo furono vittime di persecuzione, sevizie e torture.
Dal XIX secolo animale da compagnia
Nei secoli successivi il gatto ebbe una scarsa considerazione, dato che erano ancora vive molte superstizioni a suo riguardo. Per essere considerato nuovamente un animale da compagnia, dobbiamo aspettare il XIX secolo, grazie alla seconda rivoluzione industriale, alla diffusione della cultura e del benessere. Venne accolto nelle case e finalmente rispettato, comparendo in dipinti, fotografie, illustrazioni, pagine di letteratura. La rinnovata passione per il gatto fece nascere i primi allevamenti, ma anche le prime associazioni ed esposizioni feline.
Ai giorni nostri il gatto, grazie alla sua intelligenza ed eleganza, è uno degli animali da compagnia più diffusi in tutto il mondo e in particolar modo in Italia.
Di Valentina Maggio (Riproduzione vietata)
Foto Shutterstock
© Riproduzione riservata.