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Gatto nero: usi, costumi e falsi miti

di Isabella Dalla Vecchia

Gatto nero: usi, costumi e falsi miti

Uno dei più gettonati protagonisti della festa di Halloween è il gatto nero.

Il gatto nero è sempre stato considerato il compagno delle streghe e per questo, purtroppo, perseguitato in epoca medievale dall’Inquisizione.

Anzi, ancora oggi qualcuno osa dire che il gatto nero porti sfortuna!

Ma conosciamo davvero l’origine di questa errata tradizione?

Fascino unico e bellezza divina

Il gatto è un animale dal fascino unico per il quale nutriamo ammirazione nei confronti della sua perfetta agilità, della sua bellezza divina, della sua indipendenza, colui che per tali pregi è stato compagno più di divinità che di spiriti maligni.

In Egitto il gatto appariva nelle sembianze della dea Bastet (metà donna e metà gatta), protettrice della casa e della fecondità, in Grecia era associato ad Artemide e alle donne che accompagnavano Dioniso e nella cultura nordica trainava il carro della Dea Freya, divinità della fertilità e della guerra.

Persino ai cristiani questo felino era inizialmente “simpatico”, fino a quando furono costretti a distruggere gli antichi dèi pagani per dare spazio al Cristianesimo nascente.

Il gatto era, infatti, un simbolo pagano che doveva essere osteggiato. Ciò perché nell’Antica Roma questo felino, apprezzato per la sua intelligenza, era il compagno della dea della Libertà e veniva spesso raffigurato ai suoi piedi.

Gatto nero, libero arbitrio e streghe

La libertà era un concetto che alla Chiesa piaceva poco, perché associato al “libero arbitrio”, ovvero alla possibilità per l’uomo di scegliere se seguire il bene o il male, l’unico momento della vita in cui Dio non potrebbe intervenire.

Un concetto negativo per i cristiani che associavano il gatto nero all’infausta “scelta” di Adamo ed Eva di mangiare il frutto proibito. Inoltre, ciò che era “libero” non poteva essere controllato e questo limitava il potere della Chiesa.

Gatto nero: usi, costumi e falsi miti
Irina Klokova – Little witch and black cat

Così il gatto nero, che rappresentava la libertà (quale animale migliore per simboleggiarla!), venne demonizzato e additato come compagno delle streghe, donne anch’esse libere che avevano deciso di ribellarsi alle regole e alle leggi maschiliste del tempo.

Il colore del manto nero e gli occhi luminosi che per la forma ricordavano la luna crescente, piena e decrescente, e dunque la notte, accentuavano false credenze popolari e i poveri felini vennero col tempo facilmente perseguitati.

La gatta di Maometto

Esiste un altro mito che mise in cattiva luce i nostri felini agli occhi dei preti.

Celebre è la gatta di Maometto, Muezza, privilegiata perché poteva dormire sul grembo del profeta.

Un giorno si addormentò sulla sua manica e Maometto, richiamato per un dovere, evitò di svegliarla tagliando la manica della veste. Questo gesto restò nella storia e in seguito i musulmani rispettarono i gatti come aveva insegnato il profeta.
Inoltre, il gatto è un animale estremamente pulito e il gesto di pulizia del viso richiama le abluzioni necessarie prima di entrare nel tempio musulmano.

Le guerre sante sono un punto dolente della nostra storia, avendo provocato migliaia di morti nel corso degli anni. Questo genere di conflitti non veniva consumato solo sul campo, ma continuava anche nella vita quotidiana.

Esattamente come avviene per le partite di calcio in cui i tifosi discutono animatamente anche al di fuori dello stadio: i cristiani demonizzavano qualsiasi simbolo o segno che poteva in qualche modo ricordare l’infedele. Tra cui il gatto nero.

Ed ecco che il gatto amato dai musulmani diveniva odiato dai cristiani: un odio anche nei confronti della pulizia delle abluzioni.

Non è un caso, infatti, che la strega voli su una scopa, simbolo di pulizia, elemento di sospetto per l’Inquisizione.

Simbolo di lussuria

Inoltre, il gatto era il simbolo di lussuria, perché è impossibile resistere al desiderio di accarezzarlo e di avere con lui un contatto fisico.

Fu questo uno dei motivi che fece bandire tutti i gatti dai monasteri, responsabili di “solleticare i sensi” di coloro che gli stavano accanto.

Finalmente, con la venuta dell’Illuminismo, i processi di condanna delle streghe vennero considerati come atti basati su accuse infondate.

Maria Teresa d’Austria il primo marzo 1755 emanò una legge secondo la quale qualsiasi sospetto su presunte streghe, licantropi o vampiri doveva obbligatoriamente passare al vaglio della legislatura imperiale. E tutti i gatti furono finalmente salvi.

Il gatto della Madonna

In realtà molti gatti scamparono alla ferocia ecclesiastica, dopotutto chi disprezza compra e il gatto era spesso rappresentato in scene religiose come l’Annunciazione, la Madonna con bambino e la nascita di Maria, come simbolo di fecondità.

Anzi, si diceva che la Madonna stessa avesse avuto un gatto e una sua carezza sarebbe bastata a benedire tutta la sua stirpe: è il gatto Europeo, proprio quello con la M sulla fronte, conosciuto anche come “gatto della Madonna” era sacro, protetto e guai a chi lo toccava!

Approfondimenti:

Hai un cane e vuoi anche un gatto, magari un bellissimo gatto nero? Leggi il nostro articolo sulla Convivenza tra cane e gatto: consigli per renderla più facile.
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Organizzazione per la protezione degli animali: Oipa

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