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I gatti amano: storia di Rubens e Monet

di Redazione Quattrozampe

I gatti amano

I gatti amano e questa storia ne è l’ennesima e intensa prova.

Rubens e Monet, dopo diciotto anni di vita insieme, se ne sono andati via a breve distanza l’uno dall’altro. Sono stati sempre insieme e resteranno uniti anche dopo la morte, al Fido Custode, primo cimitero per animali di affezione.

Monet si è lasciato morire una settimana dopo la perdita del compagno di avventure Rubens, amico che aveva cresciuto con un amore e una tenerezza degna più di una mamma che di un fratello maggiore, che aveva curato, protetto e coccolato per diciotto anni. La vita senza di lui non aveva più senso”, racconta, disperata, Antonella Martellini, la loro “mamma adottiva”.

Monet, molto più di un gatto

Monet arriva nella vita di Antonella Martellini nel gennaio 1996: “Ricordo quando con la gioia e l’emozione nel cuore ci siamo scelti in un freddo giorno di gennaio. Da allora non ci siamo lasciati un solo attimo in quasi ventuno anni di amore e di vita insieme!”.

Non si contano i momenti rimasti impressi nella mente: “Ricordo il sostegno, l’amore che mi ha dato nei momenti più drammatici della mia vita. Ricordo quella volta che mi ha visto piangere e si è lanciato sul davanzale della finestra a urlare, disperato, rivolto alla strada, per chiedere aiuto. Ricordo quella volta che, affranto perché mi si era bloccata la schiena, non voleva che il terapista mi facesse un trattamento e metteva la zampa tra la mia schiena e la sua mano.

E che dire di quella volta che, dopo aver ‘sventato’ un furto nel nostro camper, lo abbiamo trovato con il pelo dritto e gli occhi sbarrati che urlava come un matto, quasi a tentare di raccontare cosa fosse successo?”

Arriva Rubens e diventano inseparabili

Poi, nell’estate del 1998 è la volta di Rubens, un piccolo batuffolo di quaranta giorni che ha reso ancora più unita e affiatata la famiglia: “A Monet non sembrava vero di poter avere un compagno da guidare e aiutare a crescere. I due gatti erano inseparabili: Rubens aveva un fratello maggiore che lo amava e si I gatti amanoprendeva cura di lui. Quando viaggiavano nel trolley Monet lo abbracciava, la sera lo lavava e coccolava”.

I due felini hanno partecipato a ogni momento lieto o doloroso della vita di Antonella, molti gli aneddoti che hanno caratterizzato gli anni di vita insieme.

Felici, andavano anche al lavoro

I due compagni di avventure hanno seguito Antonella e il marito Alessandro anche nell’avvio di una nuova attività professionale a Milano, uno studio di naturopatia: “E poi sono arrivati gli studi di naturopatia, Monet mi accompagnava agli esami, alle conferenze. Abbiamo cominciato a lavorare nel nostro nuovo spazio: i gatti erano sempre con me, mi assistevano, la loro presenza era apprezzata dai clienti che percepivano la loro energia positiva”.

Morto l’uno, l’altro si è lasciato andare perché i gatti amano…

Dopo la morte di Rubens lo scorso 17 giugno, qualcosa si è spezzato: “A seguito della perdita del fratellino, Monet ha smesso di mangiare, ci guardava con occhi disperati, piangeva con un filo di voce. Abbiamo fatto di tutto per curarlo e cercare di restituirgli la voglia di vivere. Gli abbiamo chiesto di restare, uniti come una squadra nel dolore come tante volte lo siamo stati nella gioia. Monet era ormai sfinito, stanco, aveva perso il desiderio di lottare”.

Solo pochi giorni dopo la scomparsa di Rubens, venerdì 24 giugno, anche Monet ha lasciato la sua famiglia. Antonella e il marito Alessandro, ancora sotto choc, hanno scelto “Il Fido Custode”, primo cimitero per animali d’affezione di Milano, come dimora finale dei loro dolcissimi gatti inseparabili, un luogo immerso nel verde e pieno di pace.

Ci ha colpito subito, ci è sembrato il luogo più adatto dove lasciare Rubens e Monet. I nostri piccoli sono stati trattati con amore e rispetto no all’ultimo saluto. Il vuoto che lasciano nelle nostre vite è grande. Eppure possiamo soltanto dire grazie per tutto quello che ci hanno donato e insegnato in questi meravigliosi anni insieme”.

E conclude, rivolta a loro: “Ora correte, sognate, volate nell’immensità dello spazio su quel ponte arcobaleno che adesso, grazie a voi, risplenderà di una luce in più! Buon viaggio, adorati cuccioli!”

 

 

 

A cura di Lucrezia Castello

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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