La leucemia felina di Jerry
Jerry si è trasferito di sua spontanea volontà dalla casa dov’è nato. Era uno dei cuccioli della gatta di casa dei vicini. I proprietari non avevano intenzione di ospitare un gatto, ma conquistati dal suo bel carattere e dalla sua tolleranza, lo hanno accolto. Lui non ha mai mostrato le unghie, né aggressività alcuna, neanche quando la bambina di casa lo ricopriva di eccessive coccole e il figlio maschio gli rompeva un po’ le scatole.
È un soggetto veramente mite, che subisce anche gli altri gatti, se attaccato cerca di difendersi anche se con pessimi risultati, probabilmente rassegnato dopo aver subìto per lungo tempo i dispetti dei bambini. È un grande cacciatore, uccellini, talpe, lucertole, con la peculiarità di rubare i cuccioli alla sua mamma quando partoriva e di portarli a casa sua per giocarci, per poi andare a riprenderseli quando venivano restituiti a chi di dovere. È un soggetto freddoloso, ma, altra stranezza, quando nevica rincorre i fiocchi e se li mangia al volo. Adottato formalmente all’incirca a undici mesi, veniva lasciato libero con poche attenzioni, quelle essenziali, soggetto equilibrato con la sola legittima paura dei rumori forti e senza particolari problemi. A cinque anni, dopo una vacanza della famiglia, durante la quale era stato comunque accudito dal padre che era rimasto a casa, ha iniziato ad accasciarsi mentre camminava, le orecchie erano bollenti. Inizialmente sembrava una leggera bronchite, ma la febbre non diminuiva, le ghiandole ingrossate, era presente anche vomito.
Fallimento degli antibiotici
Non avendo la terapia antibiotica sortito alcun risultato dopo un periodo di tre settimane di continui controlli, dovuti a diversi sintomi, gli esami del sangue risultati positivi, è stata fatta la diagnosi di leucemia felina. Sottoposto ad altre terapie tradizionali rivelatesi inutili, Jerry è stato portato da noi in visita a fine luglio del 2017. Nonostante stesse davvero male, mi si è presentato con uno sguardo fiero e arrabbiatissimo, mi ha osservato costantemente mentre lo visitavo e pur lasciandosi toccare, ha miagolato per tutta la visita. Sottoposto a terapia omeopatica, non è migliorato subito, abbiamo riscontrato una certa difficoltà nel trovare il rimedio omeopatico corretto, ma alla fine i nostri sforzi sono stati coronati da successo.
Col rimedio omeopatico sembra rinato
A ottobre, tre mesi dopo, il micione sembra resuscitato, il naso e gli occhi stanno guarendo, cammina speditamente senza lamentarsi, un po’ ricurvo, anche se dopo un po’ si sdraia per riposare e poi ripartire, va da solo alla cassetta dei bisogni e dove ha il cibo. Inoltre, ha voluto mettere il naso fuori dalla finestra per qualche minuto. Un mese più tardi non ha quasi più problemi: mangia, dorme, espleta tutte le sue funzioni fisiologiche, anche se ormai quasi sempre fuori come prima, ed è tornato il rompiscatole di una volta. Vuole uscire di notte, chiamando insistentemente, miagolando e spingendo con il muso, anche se non si allontana di molto, rimane sempre nelle vicinanze. Insomma, scrive la proprietaria: “un vero miracolato!”.
In conclusione Jerry è ritornato a stare benissimo: è quello di prima della malattia, risponde al richiamo di corsa, la notte vuole uscire spesso e ama ancora giocare con la neve. Cammina benissimo e ha ricominciato a saltare, riporta a casa uccellini e lucertole ed è anche ingrassato. All’ultima visita di controllo risulta sanissimo e anche i linfonodi regionali non sono esplorabili.
linfonodi regionali non sono esplorabili.
di Mauro Dodesini – www.omeopatiapossibile.it
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