I problemi articolari nei gatti
I problemi articolari nei gatti sono abbastanza frequenti, soprattutto in età avanzata. L’agilità e la potenza muscolare dei felini riescono il più delle volte a mascherare molto bene il problema, ma non è così raro che qualche proprietario particolarmente attento riferisca al veterinario che il gatto si muova male o lamenti dolore, soprattutto durante il gioco o nei movimenti passivi.
Capita anche con una certa frequenza di evidenziare casualmente segni di patologia articolare (superfici irregolari, alterata densità) in soggetti sottoposti a esami radiografici per altri motivi. Il sintomo più frequentemente riferito è la zoppia. Altre volte il proprietario nota che il micio rifiuta il movimento o si lamenta se manipolato.
La malattia articolare può essere degenerativa o infiammatoria. Nei casi cronici le due componenti si sovrappongono. Tra le artropatie infiammatorie possiamo distinguere quelle infettive (batteriche, virali o altro), rare, e quelle non infettive, per lo più immuno-mediate.
Tra le patologie più propriamente degenerative riconosciamo la primaria (artrosi in genere legata all’età molto avanzata) e le secondarie (esito di traumi mal curati o di precedenti fratture, lussazioni recidivanti, rotture legamentose, malattie metaboliche o neoplastiche). La diagnosi si basa su anamnesi, esame clinico, radiografie, accertamenti di laboratorio (analisi del fluido sinoviale e del sangue) e, nelle forme secondarie, sull’identificazione e lo studio della patologia sottostante.
Le terapie
Parliamo ora di terapia. I gatti non sono buoni candidati alle classiche cure con antiinfiammatori non steroidei (fans) perché il loro fegato non riesce a metabolizzarli bene. Negli ultimi anni sono state brevettate alcune molecole utilizzabili nei felini (Meloxicam, Robenacoxib e altre), tuttavia tali farmaci possono essere impiegati solo per periodi molto brevi, e ciò è un grave limite dal momento che le patologie articolari sono per lo più croniche.
Il cortisone risulta, a tutt’oggi, il rimedio più impiegato; il gatto lo tollera meglio del cane, ma l’uso protratto può indurre problemi secondari (disturbi endocrino-metabolici), per cui spesso lo si impiega a cicli alternati a periodi di sospensione. Un buon aiuto può essere l’impiego di integratori a base di Glucosamina, Condroitin Solfato e sali minerali, che agiscono come fattori trofici. Quando a essere malata è una sola articolazione si può utilizzare la terapia infiltrativa locale. Nelle artropatie secondarie (a malattie metaboliche, neoplasie, disendocrinie ecc….) è ovvio che per arrivare a una soluzione definitiva sarà necessaria la cura del problema sottostante.
Di Alessandro Arrighi (riproduzione vietata)
© Riproduzione riservata.