Agility “doc” con Ricciolina
A far da padroni nella categoria “large” dell’agility ci sono senza dubbio i Border Collie, vere “macchine da guerra”, pronte a ogni sacrificio in cambio di un solo giro. Per la categoria “medium” e “small”, i Barboni, comunemente detti Barboncini, sono tra le razze senza dubbio più indicate per scalare classifiche e fregiarsi di titoli sportivi. Una mia carissima amica, Ilaria Giubellini, di Pietra Ligure (SV) ne possiede due con caratteristiche davvero eccellenti. Ho avuto il piacere di intervistarla per “Quattro Zampe” e sono davvero contento di poterla presentare ai nostri lettori, perché secondo me è una delle icone dell’agility italiana.
Ilaria, da quanto tempo pratichi agility e dove?
Pratico questa splendida disciplina a Pietra Ligure dal 1997.
Con quale tipo di cane hai iniziato?
Il mio primo vero cane da agility è stata una fantastica Labrador con la quale iniziai a cimentarmi in questa meravigiosa attività. Lei mi ha insegnato molto e dopo avermi fatto da “scuola”, dopo anni di gare e di esperienze, mi ha spinto a scegliere un cane un po’ più agile e portato all’agility, una Border Collie fenomenale.
Beh, un bel cambiamento, da un pianeta all’altro. Hai avuto successi con lei?
Sì, Alfonso, la mia Borderina adorata mi ha portato a livelli internazionali e mi ha permesso di diventare istruttore.
Ma, allora, come sono arrivati i Barboni?
Ho voluto cambiare razza per mettermi alla prova. Nel mentre avevo aperto nel 2006 il mio centro, il “Virtusdog”, insieme a mio marito compagno di mille avventure: Fazio Carlo. Ho cominciato la mia indagine sulla razza piccola più versatile fisicamente e intellettivamente e tutto ciò mi ha portato oltralpe, dove i Barboni sono nella loro patria.
E cosi sei arrivata in Francia per scegliere il tuo primo “ricciolino”?
Sì, dopo mille ricerche, lì ho trovato il mio primo grande amore, Fonzie, che in meno di tre anni ho condotto in agility, categoria “medium”. Lui è un cane velocissimo, anche troppo, e un po’ pazzerello e dispettoso, ma sicuramente un ottimo cane.
Questo cambiamento di taglia non ti ha destabilizzato nella conduzione?
In effetti è stata dura intenderci sul campo con la mimica corporea, ma alla fine ho capito le distanze da avere con lui e tutto è andato liscio, a tal punto che ho voluto il bis, prendendo niente meno che una femminuccia più piccola, di taglia “small”, dal nome Happy
Days, con la quale in pochissimo tempo abbiamo raggiunto la massima categoria, “agility 3 small”. Lei è un grande cervello in solo quattro chili di cane.
Fantastica la semplicità con cui ce ne parli. Ma sono davvero semplici da addestrare?
Mi sono imbattuta in due linee di sangue che hanno risposto alle mie aspettative. I miei sono Barboni nani neri, taglia giusta per poter affrontare percorsi “small” e “medium” velocissimi sull’apprendimento, molto determinati e fisicamente dottissimi. Sono anche molto dolci, ottimi compagni di vita al di fuori del campo di agility, sono sempre con me e sono attaccatissimi al loro umano, ma con una giusta dose di carattere, quel tanto che fanno capire che non sono dei peluche, anzi, sono delle vere e proprie teste pensanti.
Ma la gente, vedendoli così piccoli, spesso li scambia per semplici cani da compagnia…
Mi piacerebbe che tutti pensassero oltre al Barboncino da compagnia e da passeggio, che si riscoprisse che in loro c’è del sangue da lavoro: un tempo venivano usati per il riporto, sono grande i lavoratori, ottimi nuotatori. Basta chiedere e loro sono pronti a dare, come qualunque altro cane da lavoro. Inutile dire che li amo.
Ilaria, ti auguro di cuore il meglio e soprattutto la meritata maglia azzurra, so che la insegui dai tempi della tua Border Collie. Buon agility, Alfonso e Quattro Zampe.
A cura di Alfonso Sabbatini
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Immagini: i “Barboncini” di Ilaria Giubellini, di Pietra Ligure (SV).
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