A cosa pensa il mio cane? e il mio gatto? L’intelligenza degli animali
Quanti si sono già domandati: ma che cosa starà pensando il mio cucciolo? Alcuni gli prestano pensieri e tratti di carattere umani: tale cagnolino può essere geloso o tale tartaruga testarda. Senza parlare degli animali delle fiabe ormai connotati: la volpe furba, la cicala imprevidente e chi più ne ha più ne metta.
Che si tratti di cani, gatti, iguane o conigli, spesso ci capita di essere curiosi dell’intelligenza degli animali che amiamo, così come del loro carattere e di cosa pensano.
Un breve documentario parte alla ricerca di risposte a questa questione: gli animali pensano come noi?
Si tratta dell’episodio L’”Intelligenza animale” della serie “In Poche Parole” disponibile su Netflix. Questo documentario ripercorre la storia degli studi sull’intelligenza animale e del modo che abbiamo avuto di rapportarci a queste scoperte. Si inizia con i ricercatori comportamentalisti che nei primi anni sessanta decidono di studiare il comportamento di topi, uccelli, elefanti e scimmie che si guardano allo specchio: vi si riconoscono? Hanno coscienza come noi della propria figura?
Basta aver visto un gatto o un cane spaventarsi davanti al loro riflesso per capire che i cani vi si riconoscono con difficoltà! Non certo perché sono stupidi ma solo perché non hanno una buona vista e perché riconoscono se stessi e gli altri dall’odore. Chiedere a un cane di riconoscersi allo specchio è come chiedere a un umano di riconoscere la propria pipì tra quelle di altri: molto difficile!
Gli elefanti e i delfini invece si riconoscono con più facilità. Ciò li ha fatti apparire come animali molto intelligenti. In India per esempio i delfini sono una specie protetta in quanto intelligente. In realtà tutti gli animali sono intelligenti ma hanno diverse forme di intelligenza. Sono gli umani ad aver utilizzato le loro abilità intellettive come metro per misurare quelle degli animali.
È quindi sbagliato esaminare l’intelligenza animale in funzione della capacità degli animali a comportarsi come umani (riconoscersi visivamente, parlare, utilizzare strumenti ecc..).
Nella cultura occidentale l’uomo si è pensato come coscienza separata dallo spazio e dal mondo. Da Darwin in poi sappiamo però che l’umanità non è la controparte dell’animalità, ne rappresenta una declinazione. I ricercatori sono ormai concordi nel pensare che non ha senso chiedersi quale è l’animale più intelligente poiché basiamo questa domanda su un unico modello di intelligenza. In realtà gli studi sugli animali (uomo compreso) mostrano che ogni specie ha sviluppato diverse capacità cognitive.
Questo documentario ci ricorda anche che non ha senso creare categorie: tale razza di cane sarebbe più docile o intelligente rispetto a un’altra. Ogni animale ha il suo “carattere”.
Insomma, gli animali pensano ma non pensano come noi!
Di conseguenza il loro comportamento ha altre motivazioni: se il vostro gatto ha fatto la cacca sul divano magari non è perché è permaloso.. magari vuole dirvi che il divano è suo… magari sta comunicando altro.. certo però la cacca li non la deve fare più! Dovremmo pensare agli animali come a degli extraterrestri: individui venuti dallo spazio con una diversa cultura e diverse capacità cognitive.
Gli animali pensano e ci fanno pensare. Cerchiamo di capirli e di rispettarne l’intelligenza: al bando la violenza e la stupidità di chi si crede superiore e si autorizza così a fargli del male.
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