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Conosci le leggende italiane sugli animali fantasma?

di Claudia Ferronato

animali fantasma

Gli animali fantasma: volpi, cervi, maiali…

Ecco cosa narrano le leggende italiane, tra maledizioni, benefici, dicerie e tradizioni.
Di cani e gatti fantasma si parla spesso.
Sono tante le testimonianze di persone che avrebbero dichiarato di aver “rivisto” i propri cari quattro zampe.
Eppure sono molte le tradizioni che parlano di animali fantasma, di ogni tipologia di specie.
Spaziano dalle volpi, ai cervi, fino ai maiali.
Ecco alcune leggende italiane.

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Trentino Alto Adige: il fantasma del camoscio bianco

Si chiama Potentilla Nitida, è una dolce pianta erbacea rosata che però porta un terribile segreto.
Il suo colore, secondo una leggenda, sarebbe dovuto al sangue del magico camoscio bianco con le corna d’oro.
Fu ucciso da uno spietato cacciatore, che non capì l’importanza di questo animale sacro.
Rarissimo da incontrare, molti lo hanno inseguito.
Così come sant’Ubaldo e Tancredi che avrebbero inseguito il mitico cervo con il crocifisso tra le corna.
Pare che del camoscio bianco sia rimasto il suo fantasma, temutissimo soprattutto dai cacciatori dei quali si deve vendicare.
Il bianco è un colore controverso, perché per noi indica purezza e luce, mentre un tempo indicava il demonio.
Attorno al camoscio bianco aleggia una maledizione: porterebbe sfortuna ai cacciatori e a tutti coloro che tentano di prenderlo.
Sembra, infatti, che molti cacciatori non siano tornati a casa, dopo essersi messi alla caccia del camoscio bianco.

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Toscana: il fantasma della volpe

Il castello di Scoriavolpe o Strozzavolpe fu costruito a fatica da Bonifacio IV, marchese di Toscana.
Il marchese dovette far fronte più volte al blocco dei lavori di costruzione a causa di una feroce volpe, che metteva in fuga e terrorizzava manovali, architetti e operai.
Bonifacio affrontò egli stesso la volpe, catturandola con l’inganno.
Creò una trappola infernale che posizionò nel bosco e, in agguato, attese il povero animale che inevitabilmente ci cascò.
Fu presa con un laccio e con lo stesso venne strangolata (da cui il nome del castello).

Ma la volpe, si dice, non fu per nulla sconfitta.

Sotto forma di fantasma assetata di vendetta per la terribile morte, si vendicò, tormentò il marchese, ogni plenilunio, palesando la sua presenza dietro le finestre.
E facendogli percepire il suo respiro sul collo.
Bonifacio tremava tutte le notti, nel terrore più indescrivibile, comprendendo di aver causato una fine ingiusta alla povera volpe, battendola proprio nell’astuzia, cosa imperdonabile, essendo il campo in cui mai avrebbe ceduto.

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Lombardia: gli spiriti dei maiali

In Lombardia il maiale veniva spesso visto come fantasma che si aggirava nella pianura coperta di nebbia.
Dopotutto la scrofa ha una valenza magica potente, essendo la stessa Milano/Mediolanum fondata dalla scrofa semilanuta vista da re Belloveso, proprio sul luogo dove poi avrebbe fondato la città.
In forza del potere del maiale, a Mantova a Ognissanti veniva liberato un maialino che avrebbe portato fortuna alla persona da cui si sarebbe recato.
La leggenda che riguarda la Val Camonica e le cittadine di Zone e Teglio narra di spiriti di una scrofa e sette maialini che provocherebbero suoni spaventosi per tutta la valle.

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Molise: il fantasma del cervo

Tra i monti di Castelnuovo al Volturno, in Molise, vive la leggenda del cervo fantasma.
Una storia così radicata che ancora oggi viene officiato un rituale durante l’ultima domenica di carnevale, chiamato Festa del Cervo.
Accade che la festa viene interrotta da un uomo vestito di pelli e campanacci e grandi corna di cervo sulla testa.
L’uomo scende dai boschi al crepuscolo con un grande baccano, urlando come un matto e distruggendo ogni cosa sul suo cammino.
Durante la sua discesa viene poi distratto da Martino, un uomo con un cappello conico che ha il compito di persuaderlo, fino a prenderlo di sorpresa, legandolo con una corda.
L’uomo-cervo riesce a liberarsi, grazie alla sua forza sovrumana, ma arriva il cacciatore che lo uccide.
Il cervo, però, resuscita e da animale materiale, diviene meraviglioso spirito della natura, anima luminosa rinnovata, che tutti ammirano e rispettano.

di Isabella Dalla Vecchia

 

 

 

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