Iceberg, il Dogo Argentino torna in Italia
Anche Copenaghen ha alzato bandiera bianca di fronte alle pressioni esercitate dall’Enpa (Ente nazionale protezione animali) e la mobilitazione cittadina che ha coinvolto migliaia di persone. Iceberg, la femmina di Dogo Argentino portata nella capitale danese da uno chef italiano, è finalmente libera di vivere.
Il molossoide era stato infatti condannato a morte nel Paese scandinavo, dove è considerato pericoloso per l’uomo e dunque illegale. Iceberg aveva varcato i confini danesi in compagnia del suo proprietario, Giuseppe Perna, connazionale expat, che ha dichiarato di aver scoperto solo successivamente la normativa vigente.
Iceberg era stata sequestrata in seguito ad un litigio con un altro cane, e per lei era stata suggerita la soppressione. Centinaia di firme raccolte con una petizione online, lo schieramento dell’Ente nazionale protezione animali davanti ai cancelli dell’ambasciata danese in Italia, il coinvolgimento di personaggi noti della politica e dello spettacolo, hanno senza dubbio contribuito alla sua liberazione.
Gli sforzi dell’Enpa
Il pressing per consentire a questo bellissimo esemplare di Dogo Argentino di tornare in Italia, è stato possibile grazie all’impegno e gli sforzi dell’Enpa, che in tempi brevissimi è riuscito a richiamare l’attenzione di migliaia di cittadini.
L’appello in cui si richiedeva il rilascio immediato del cane, è stato infatti recepito positivamente dalle autorità danesi e italiane, che si sono espresse in più occasioni attraverso i social network. Infine, a scagionare la cagnolina, è bastato un tweet dell’ambasciatore danese in Italia, Erik V.Lorenzen, il quale ha accolto la richiesta di 340mila firmatari.
Il Dogo Argentino
Affettuosi, allegri, fedeli, i Dogo sono molossoidi a pelo corto, dalla muscolatura possente, che in genere possono raggiungere anche i 70 cm di lunghezza. La taglia è nella media e l’aspetto complessivo armonioso, caratteristiche che unite alla peculiarità del colore bianco, rendono questo peloso un potenziale atleta. Tuttavia alcuni comportamenti più aggressivi, dovuti alla naturale disposizione dominatrice, andrebbero ammoniti il più possibile.
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