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Expo feline: chi rispetta la legge e chi viola le normative

di Redazione Quattrozampe

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“Vi sono solo due tipi di manifestazioni feline: le Esposizioni, dove vengono ammessi e giudicati solo gatti di razza, e tutte le altre. Riconoscerle non è difficile: le prime seguono scrupolosamente le regole del Disciplinare del Gatto di razza pregiata e le Norme tecniche”.

A parlare è Gianfranco Mantovani, presidente Anfi e giudice internazionale. L’offerta di expo feline è ampia. Ce ne sono, in giro per l’Italia, quasi tutti i weekend. Cerchiamo di capire meglio, grazie alla sua intervista rilasciata in esclusiva a Quattro Zampe, se queste expo feline sono tutte uguali e come si riconoscono quelle serie e valide.

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È’ “solo” un a questione legale, dunque?

Oltre alla questione legale c’è anche una questione di rispetto: per il pubblico, per il benessere animali esposti e per chi lavora rispettando le regole. Vi sono state manifestazioni in cui erano esposti anche gattini troppo giovani, di sole 10 settimane di vita. Altre che permettono agli espositori di vendere i propri gatti durante l’esposizione (cosa, ricordiamo, vietata, a meno che non si tratti di una mostra-mercato). Il pubblico paga un biglietto allettato dall’idea di ammirare Maine Coon, Persiani, Sacri di Birmania o Siamesi. E invece…

Come “e invece…”? Tutte le expo parlano di se stesse come “esposizioni di gatti di razza”. Intende dire che non sempre è vero?

Proprio così. Il certificato genealogico (pedigree) è indispensabile per poter definire “di razza” un gatto nato in Italia. I gatti nati in Italia privi di questo documento non sono gatti di razza: e non lo sono per definizione. In Italia, l’unica associazione accreditata al rilascio di certificati genealogici è l’Anfi. Pedigree eventualmente rilasciati da altre associazioni sono privi di qualsiasi valore legale. Le expo serie accettano che si iscrivano come “gatti di razza” soltanto animali dotati di pedigree Anfi. Tutte le altre stanno truffando il pubblico.

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