Gli animali del Presepe: il bue, l’asinello e il gatto
Il presepe come “rappresentazione dal vivo”, nasce da un’idea geniale di San Francesco, il santo talmente vicino alle persone, che si inventò qualcosa per coinvolgerle emotivamente, affinché potessero vivere per davvero la nascita di Gesù, inserendo anche gli animali nel presepe.
Era l’anno 1223, un periodo in cui già esistevano i pellegrinaggi in Terra Santa, traversate molto pericolose, dalle quali non era scontato tornare a casa. Per aiutare i meno coraggiosi o, più semplicemente, chi non aveva la possibilità di intraprendere simili viaggi, in alcune chiese veniva ricostruita la copia del sepolcro di Gerusalemme o, come in questo caso, la capanna della nascita del Bambin Gesù.
Non deve sorprenderci se in Piemonte, ad esempio, Chivasso vanti la frazione di Betlemme, borgo in cui vi era una grotta della nascita, meta di moltissimi pellegrini e malati, che volevano emulare e rievocare, con doni e devozioni, quell’antico giorno di due millenni addietro.
Gli animali del presepe
Sappiamo tutti cosa dobbiamo mettere in un presepe, anzi, noi amanti degli animali poniamo per primi e con cura il bue e l’asinello.
Eppure nei quattro Vangeli canonici di bue ed asinello proprio non si fa menzione. Perfino la stalla è poco presente in quanto di mangiatoia parla solo il Vangelo di Luca, mentre in quello di Matteo, Gesù nasce in una casa.
Quello di Giovanni e di Marco non ne parlano. Nessuno parla di bue e asinello: da dove arrivano, dunque?
Bue e Asinello: da dove provengono?
Per l’asinello è semplice, Maria era incinta, non poteva camminare a lungo e, quindi, viaggiava sul dorso dell’asino come descritto nel Vangelo apocrifo dello Pseudo-Matteo, è dunque logi- co pensare che stesse accanto a loro.
Nello stesso Vangelo, inoltre, si parla di una stalla dove Maria, tre giorni dopo la nascita, depose Gesù, di fronte al quale il bue e l’asinello lo adorano.
Ma c’è un altro testo molto particolare e realistico, è il protovangelo di Giacomo. Qui si racconta di un Giuseppe molto agitato alla disperata ricerca di un’ostetrica, come lo sarebbe qualsiasi neo-papà.
Viene narrato che al momento della nascita di Cristo il tempo sembra fermarsi, e Giuseppe nota un pastore che, nell’atto di percuotere delle pecore, si blocca.
Un’azione crudele su un animale che viene fermata è il miglior biglietto da visita del Redentore che è appena giunto nel nostro mondo. Sempre in questo stesso Vangelo, Maria deciderà di nascondere il bambino in una mangiatoia di buoi, per proteggerlo dalla furia omicida di Erode che compirà la ahimè celebre “strage degli innocenti”.
Gli animali come simboli
Occorre leggere gli animali anche dal punto di vista simbolico. L’asino che per secoli è stato considerato erroneamente simbolo della “stupidità”, è in realtà un animale eccezionale, umile e tranquillo, appare spesso nella Bibbia, tant’è che Gesù lo cavalca per entrare a Gerusalemme come un re.
Simbolo di umiltà e di trasformazione, la sua presenza era importante nella stalla per indicare Gesù come un Sovrano delle anime povere. Il Bue rappresenta, invece, le antiche religioni pagane, nelle quali arieti, tori e buoi, erano considerati divini, indicando così il passaggio dal paganesimo al nuovo Cristianesimo.
Nella stalla anche un micio
Una leggenda di Natale racconta che nella stalla fosse presente anche una gatta tigrata della specie Europea e che la stessa notte avrebbe dato alla luce dei bellissimi gattini.
Maria, intenerita dall’evento avrebbe accarezzato la micia, lasciando una M sulla fronte, proprio come quella che hanno tutti i felini di questa specie.
Un segno questo che salvò il gatto Europeo, perché risparmiato dagli inquisitori che lo reputavano sacro. In realtà si dice che Maria lo avesse segnato in casa sua, perché cresciuta proprio con un gatto.
Se si osservano, infatti, quadri e affreschi della sua nascita e dell’annunciazione, si vedrà a volte la presenza di un gatto. Ciò perché questo felino rappresentava un importante simbolo fin dall’antichità, di forza e fertilità, requisiti essenziali per la mamma più importante del mondo.
Bue e asinello rappresentano la coppia perfetta, indispensabile presenza nel nostro presepe. Chissà forse dal prossimoNatale potremo introdurre un nuovo inquilino: il gatto di Maria che ci porterà forza, nascite e tanta fortuna.
Testo e foto di Isabella Dalla Vecchia – Associazione Oipa
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