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I centri di soccorso per la fauna selvatica sono a rischio

di Redazione Quattrozampe

I centri di soccorso per la fauna selvatica sono a rischio

Sono a rischio anche gli “ospedali” per gli animali, ossia i centri di recupero per la fauna selvatica, che potrebbero sparire se verranno effettivamente abolite le Province, che al momento sono le uniche “realtà” a fornire finanziamenti. I centri di recupero potrebbero quindi seguire il triste destino che già pare aver colpito il Corpo della Guardia Forestale, e questo toglierebbe un’altra, importantissima risorsa per la tutela della fauna selvatica e degli animali della nostra Penisola. La situazione è molto triste, già ora i centri si affidano quasi totalmente allo sforzo dei volontari e il personale che vi lavora devolve spesso i propri stipendi per finanziarne le attività. Distribuiti dalla Valle d’Aosta alla Sicilia e dalla Sardegna al Friuli, questi centri sono circa un centinaio, spesso gestiti da associazioni che si stanno ritrovando sempre più con l’acqua alla gola, con pochissime risorse e sommersi di compiti e interventi. Grazie a loro moltissimi animali infortunati raccolti o segnalati trovano spesso soccorso: rapaci, caprioli, ricci, tartarughe marine, aironi e gabbiani. Sono loro che spesso salvano animali che l’Uomo ha ferito, magari con incidenti stradali, incuria, cattiveria o con la caccia. I centri più grandi arrivano a ospitare fino a mille animali all’anno e praticamente tutti, secondo le stime di Enpa e Legambiente, sono in fortissime difficoltà finanziarie. Se le Province scompariranno, per questi centri non ci sarà speranza, a meno che non venga varato un piano di intervento.   immagine di repertorio, Shutterstock.com © RIPRODUZIONE RISERVATA

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