Ibridi cane-lupo: ecco la storia di Luce e la lupa di Isernia
Gli ibridi cane-lupo non sono tutelati dalle leggi sugli animali né da affezione, né selvatici. La Lega del Cane prende a cuore il problema, sostiene la povera quattro zampe disabile e denuncia la reclusione di Alberta al canile di Isernia, per fortuna appena conclusa.
La storia di Luce
Qualche settimana fa, la vicepresidente della Lega del cane di Valbormida (SV) viene contattata dal Servizio veterinario Asl in merito al recupero di un cane gravemente ferito. Ma alla clinica veterinaria si rende subito conto che non è un cane “normale”.
Le successive analisi del Dna le daranno ragione: si tratta di un ibrido cane-lupo. Luce, così è stata battezzata, è stata quindi trasferita al Centro tutela e ricerca fauna esotica e selvatica – Monte Adone di Sasso Marconi (Bologna) dove viene monitorata a distanza in un’area esterna e un ampio box.
La giovane lupa è vigile e con appetito, anche se non ha ancora recuperato appieno l’uso della vista, dell’udito e dell’olfatto. È quindi molto difficile ipotizzare il suo ritorno in natura. Luce è seguita dalla Lega del Cane tramite la Sezione di Valbormida e l’associazione nazionale si è resa disponibile a contribuire al suo mantenimento.
Nel 2014 nel Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, nasce Life Mirco-Lupo, con l’obiettivo di monitorare le popolazioni di lupo, la cattura e sterilizzazione degli ibridi.
Ibridi, vuoto legislativo
Quello degli ibridi è un problema importante e molto diffuso. Lupi e cani randagi, accoppiandosi in natura, danno vita a cucciolate di lupoidi la cui collocazione giuridica è attualmente sospesa nel limbo: non sono cani, pertanto non è possibile applicare le normative inerenti gli animali d’affezione, e non sono lupi, quindi, non vengono protetti dalle leggi relative alla tutela di questa specie. Gli ibridi, al pari del lupo, sono purtroppo animali mal visti e uccisi illegalmente da cacciatori e allevatori, come denunciato anche dalla LAV. La Lega del Cane auspica una maggiore tutela nei confronti di questi esemplari, la cui unica colpa è quella di avere un patrimonio genetico dubbio.
Da ricordare il caso di un ibrido femmina di tredici mesi, Alberta, accalappiata ancora cucciola e detenuta per quasi un anno in un piccolo box del canile di Isernia. E in quell’occasione nessuno si preoccupò di capire dove fosse il resto della cucciolata che, crescendo, avrà aumentato la popolazione di ibridi.
Questo povero animale, che è a tutti gli effetti un animale selvatico, per fortuna, come ha comunicato alla Lega del Cane la Provincia di Isernia, è stato finalmente trasferito lo scorso 31 maggio presso la struttura di Monte Adona a Bologna. Qui potete vedere, in alcune foto e in uno splendido video, Alberta in libertà.
Per informazioni Lega Nazionale per la Difesa del Cane.
A cura di Lucrezia Castello
Immagine in apertura da Shutterstock.com
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