La pittura di Franceschelli: cani e cavalli fatti di colore
Sono molto ricorrenti gli animali nelle opere del pittore Flavio Giulio Franceschelli, oggi quasi ottantanovenne. Tra i soggetti più “gettonati” della sua pittura, cavalli, cani, natura morta, autoritratti e l’immancabile piazza di Spagna di Roma con la sua splendida scalinata, dove l’artista ha esposto l’ultima sua collezione di successo. “Mio padre era in cavalleria a Parma”, ricorda Franceschelli, “era appassionato di cavalli, e se ne intendeva, veniva spesso consultato in paese per dare consigli”. Poi aggiunge: “Mio padre era anche amico intimo dei fratelli D’Inzeo. Mi ha trasmesso questa passione”. La sua tecnica? Espressionismo con acrilico. Flavio Giulio Franceschelli trascina con sé colori caldi, vivaci e prepotenti. Dal rosso, il suo preferito, al blu, dal giallo al nero.
Testimoni di sentimenti come amore, serenità, amicizia. Un pittore atipico che ricorre all’uso del colore più in modo simbolico che realistico. Già dentista, negli ultimi vent’anni avrà realizzato almeno quattrocento quadri. Tempi di realizzazione? “Alcuni solo mezz’ora, oppure una mattinata”, risponde, “altre volte ci impiego anche un mese, ma non vengono come vorrei: dipende molto dal mio stato d’animo e dall’ispirazione”. Ovviamente l’artista realizza anche opere su richiesta.
Chi è Flavio Giulio Franceschelli
Sin da ragazzo mostra interesse per l’arte. A Subiaco frequenta lo studio del pittore Benedetto Tozzi e altri artisti della Valle dell’Aniene. A Roma ha contatti con il pittore Luigi Montanarini e con altri esponenti di fama internazionale. Negli anni Ottanta inizia la sua avventura pittorica. Caratteristiche apprezzate del suo stile sono il disegno “sintetico e rapido” e una composizione cromatica vivace che è l’espressione della sua personalità. Numerose le sue mostre di quadri, per lo più nella capitale, ma anche a Cortina e a Londra.
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