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Le competenze degli uffici di tutela animale

di Redazione Quattrozampe

Gatti in città

In Italia si è assistito negli anni scorsi alla nascita di una serie di uffici che, all’interno delle amministrazioni dei vari Comuni, si occupano a tempo pieno di animali. Sono denominati in vari modi: Ufficio Tutela Animali, Ufficio Diritti Animali o, più semplicemente, Ufficio Animali. Sono uno “sportello” per i proprietari di quattro zampe, per le associazioni di volontariato, ma anche una sorta di “task force” per la tutela degli animali.

Il primo fu fondato da Monica Cirinnà

Il primo è sorto a Roma, nel 1994 tramite alcune associazioni animaliste, grazie a Monica Cirinnà, storica artefice della sua realizzazione, allora delegata del sindaco ai Diritti degli animali, oggi senatrice della Repubblica. Non è stato solo primo in Italia, ma addirittura il primo in Europa. Per molti anni l’ufficio capitolino si è avvalso di svariati dipendenti comunali e della collaborazione continua di una nutrita schiera di volontari zoofili. Un gruppo molto motivato: sono stati gli stessi dipendenti del Comune che vi lavorano ad avere espressamente chiesto di esservi trasferiti. L’entusiasmo, per una tale attività, è infatti elemento vincente: l’ufficio riceve tantissime telefonate ogni giorno. Si tratta di richieste d’aiuto, di informazione sulle leggi esistenti in materia di protezione degli animali, di denunce di maltrattamento, smarrimento, abbandono. Strettissimo è il rapporto dell’ufficio, grazie a una serie di volontari, con il canile sanitario di Roma.

A Genova nato nel 1995

Poco dopo l’ufficio capitolino è nato quello di Genova, aperto nel giugno 1995. Tra le svariate attività quotidiane svolte vi è stata la recente realizzazione di un censimento dei gatti di Genova: una sorta di Piano Regolatore dei felini e delle gattare della città, realizzato con l’obiettivo di conoscere tutte le colonie dei celebri gatti genovesi per studiarne il dinamismo della popolazione, che cambia a ritmi frenetici. Questo lavoro ha permesso di entrare in sinergia con le cosiddette gattare, ora chiamate più elegantemente “tutor di colonie feline”.

Venezia, Milano e Torino

Nella lotta contro il randagismo, Venezia ha seguito a ruota (anzi, a vaporetto): anche qui, accanto alle associazioni di volontariato, opera da qualche tempo un ufficio comunale appositamente costituito (la cui denominazione iniziale era tutta un programma: Problemi delle popolazioni animali urbane e tutela degli animali d’affezione). E ancora: l’Ufficio Tutela Animali di Milano è nato nel novembre 1995, grazie ad una lunga campagna di sensibilizzazione svolta dalle associazioni animaliste meneghine. La prima preoccupazione è stata quella di riattivare l’anagrafe canina, che era ferma da anni. Oggi l’Ufficio (a cui oggi si affiancano il Garante per gli Animali e l’Assessorato al Benessere animale) è un punto di riferimento per la città, assieme al bel Parco-canile realizzato di recente.
Anche a Torino l’Ufficio Diritti Animali è operativo da svariati anni. Dipende dall’assessorato all’Ambiente. Pure qui la struttura deve assolvere ai compiti amministrativi previsti per legge. Ma in pratica si trova, come tutti gli altri, a fronteggiare le problematiche reali che sorgono ogni giorno per la vita degli animali in città. Le esigenze quotidiane  sono tantissime.

Molti cittadini fanno ormai riferimento all’Ufficio per ogni situazione: emergenze, gatti maltrattati, cani abbandonati. Tanti uffici si sono convenzionati con le guardie zoofile, alla quali sono affidati i controlli e i sopralluoghi e anche, insieme alla Polizia locale, i compiti di polizia giudiziaria. Nei casi più gravi di maltrattamento gli Uffici Tutela Animali si rivolgono direttamente alla polizia o ai carabinieri.

Altri comuni, da Gorgonzola  a Peschiera Borromeo

Ma non sono solo le metropoli ad essersi organizzate. Altri comuni, piccoli e grandi, stanno realizzando strutture analoghe. Così, uffici con compiti simili sorgono anche nelle piccole e medie cittadine, soprattutto del Nord-Italia e con densità particolare in provincia di Milano, come a Buccinasco, Gorgonzola, Opera, Monza, Vimercate, Pioltello, Peschiera Borromeo, Paullo, Segrate, Gessate, Aicurzio, Cavenago Brianza, Cinisello, Cologno Monzese, Corsico, Pieve Emanuele, Melegnano, Sesto San Giovanni, Rozzano, ecc: solo negli anni 2004-2009, il periodo di maggiore fioritura, ne sono nati oltre 30. Le istituzioni, insomma, registrano l’aumento di sensibilità dell’opinione pubblica nei confronti dei diritti animali (e l’incremento delle dinamiche del rapporto uomo – altri animali) e provvedono ad attrezzarsi: una vera rivoluzione è in atto. Il risultato cui tutti gli Uffici Tutela Animali dovrebbero tendere è riassunto perfettamente nelle parole di Gandhi: “La civiltà di un popolo si misura anche dal modo in cui tratta i suoi animali”. L’Italia, sotto questo aspetto, sta mostrando la via. Non bisogna interrompere la strada intrapresa. E, anzi, proseguire a creare nuovi “fortini” istituzionali, dove si lotta per i diritti dei “nostri fratelli minori”, come San Francesco chiamava gli altri animali, e si contribuisce a creare un mondo un po’ più pacificato e solidale verso tutte le creature.

Campania e Puglia

Al Sud le cose vanno un po’ meno bene: gli Uda sono decisamente più rari. Ma qualche esempio, fortunatamente, c’è. A Napoli da anni esiste il Servizio Promozione e Tutela della Salute e degli Animali, che promuove tutti gli interventi finalizzati alla tutela, alla salute e alla protezione della fauna urbana. Tra i compiti istituzionali rientrano la tutela del benessere animale sul territorio comunale e la prevenzione del randagismo canino e felino. All’Ufficio la giunta è stato affiancato anche un garante per la tutela degli animali.
Piccole isole nel deserto crescono fortunatamente anche in località più decentrate. Alcuni esempi sono a Giovinazzo, in Puglia, dove il locale Uda si impegna in campagne di sterilizzazione o a Melito di Napoli, dove la sezione Oipa ha ottenuto nel 2010 dal sindaco una stanza per gestire il locale Ufficio tutela diritti animali, che si occupa dei controlli a segnalazioni che pervengono allo stesso, del controllo al canile convenzionato, del controllo periodico di negozi che vendono animali.

Le competenze dei comuni

  • Il Dpr del 31 marzo 1979, all’articolo 3, afferma che “i Comuni sono i soggetti pubblici deputati in via generale alla protezione degli animali in ogni impiego sul proprio territorio”.
  • Il Dpr n° 320 dell’8 febbraio 1954 più specificamente stabilisce che “i Comuni devono provvedere al servizio di cattura dei cani e tenere in esercizio un canile per la custodia dei cani e per l’osservazione di quelli sospetti”.
  • La legge 281 del 14 agosto 1991, ancor più nel merito, all’articolo 4 stabilisce che “i Comuni, singoli o associati, e le comunità montane provvedono al risanamento dei canili comunali esistenti e costruiscono rifugi per i cani, nel rispetto dei criteri stabiliti con legge regionale e avvalendosi dei contributi destinati a tal fine dalla Regione. I servizi comunali e i servizi veterinari delle Asl si attengono, nel trattamento degli animali, alle disposizioni di cui all’articolo 2”.
  • I Comuni, insomma, hanno ampie competenze sul benessere degli animali e sui conseguenti interventi a loro beneficio. Per questo dispongono anche del Corpo di Polizia Municipale per gli interventi di controllo e repressione dei maltrattamenti. I Comuni, e in particolare i sindaci, possono avvalersi anche dello strumento dell’ordinanza sindacale su specifiche questioni. Si pensi ai maltrattamenti, alle mostre mercato, all’attendamento di spettacoli viaggianti con al seguito animali, alla messa in vendita di animali vivi, a determinate pubblicità sugli spazi di affissione pubblici, alla concessione di licenze per impianti di varia natura (allenamento alla caccia, laboratori e stabulari, allevamenti). La violazione di un’ordinanza sindacale, al di là delle sanzioni amministrative determinate con l’ordinanza stessa, costituisce reato ed ha quindi una certa deterrenza.

di Edgar Meyer, già responsabile dell’Ufficio Diritti Animali della Provincia di Milano e dell’Assessorato Benessere Animale del Comune di Genova, presidente Gaia Animali & Ambiente Onlus

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