Lupi in Italia: la Lega del Cane vuole i numeri
La questione della presenza di lupi in Italia è spesso al centro di discussioni e polemiche. Il “lupo cattivo” è da sempre un ottimo pretesto utilizzato dagli allevatori per chiedere cospicui risarcimenti. Spesso però ci si spinge oltre, chiedendo e pianificando uccisioni indiscriminate e immotivate di questi splendidi animali. LNDC vigila sulle attività della regione alpina.
Una richiesta specifica
Lega Nazionale per la Difesa del Cane ha inviato alla Regione Autonoma Valle D’Aosta una richiesta di accesso agli atti in conseguenza delle allarmanti informazioni ricevute, secondo le quali non si esclude la possibilità di abbattimento di alcuni esemplari dei lupi in Italia. In particolare, LNDC chiede espressamente i dati statistici relativi al numero di capi predati negli anni 2015 e possibilmente 2016, nonché l’ammontare dell’entità economica per capo prevista per i risarcimenti.
Una triste consuetudine
Tutto questo si rende necessario perché, come è triste consuetudine, molto spesso quando si parla di lupi in Italia si parla di rimborsi richiesti dagli allevatori per i danni, reali e/o presunti, causati dai predatori. Come al solito le lobby degli allevatori, supportate da forze politiche locali, hanno alzato la voce in sede regionale lamentando danni come sempre incalcolabili e chiedendo interventi risarcitori, non escludendo l’eliminazione fisica del ”problema”.
Ce ne sono solo 25 in Valle d’Aosta
La Regione Autonoma Valle D’Aosta a tal proposito sta elaborando un piano biennale volto a incentivare economicamente le attività della pastorizia e nel contempo ipotizzando una richiesta al Ministero dell’Ambiente in merito a piani di abbattimento di alcuni esemplari di lupo. È importante tenere presente che in tutta la regione non si contano più di 25 esemplari e le predazioni parrebbe siano numericamente in linea con quella dell’anno precedente: di cosa si sta parlando, quindi? Probabilmente di soldi, null’altro.
Speculare sui lupi in Italia: una consuetudine
Premessa la consueta e dura a morire abitudine di non custodire adeguatamente le greggi con sistemi (recinti elettrificati e/o cani da guardiania) che scongiurerebbero qualsiasi rischio di predazione, è necessario fare riferimento alle dichiarazioni delle autorità del Parco Nazionale del Gran Paradiso risalenti a circa un anno fa in cui si attestava un solo caso di predazione, mentre gli oltre quaranta fra capre e agnelli uccisi e feriti non erano oggettivamente riscontrabili e pertanto non risarcibili. Questi sono i dati e gli elementi ufficiali, tutto il resto sono puramente fantasie o peggio tentativi di speculazione.
La Lega Nazionale per la Difesa del Cane desidera pertanto verificare direttamente i numeri reali dei capi predati e l’ammontare dei risarcimenti. Appare evidente che questi ultimi non sono considerati congrui dal mondo della zootecnia ma ciò non vuol dire che si debbano far pressioni (paventando uccisioni di lupi) al solo scopo di usufruire di maggiori benefici economici; un gioco biasimevole al quale parrebbe si siano adeguati praticamente tutti
Staremo a vedere.
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