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Mummie di gatti e scarabei: sensazionale scoperta in Egitto

di Claudia Ferronato

Mummie di gatti e scarabei: sensazionale scoperta in Egitto

Saliamo insieme in una macchina del tempo e, per un momento, trasferiamoci in Egitto, durante l’Epoca Tarda (672-332 a.C.). I pellegrini sono in cammino per raggiungere una necropoli importante, nella zona di Saqqara, a sud del Cairo, dove offriranno dei doni per ottenere, in cambio, indulgenza da parte degli dei. Generalmente erano animali mummificati, come mummie di gatti, scarabei o altri animali considerati sacri e di buon auspicio per il defunto.

In questo periodo dell’antico Egitto gli ex voto sono fatti, principalmente, di animali mummificati. Si tratta di un culto popolare molto diffuso, incluso in una precisa liturgia religiosa.

E, intorno a questi riti, si sviluppa una fiorente economia: allevamenti, esperti imbalsamatori e sacerdoti appositi. Ma anche imbroglioni pronti a speculare e a vendere ai pellegrini finte mummie che, all’interno, conservano poche ossa di gatto e sono, più che altro, un involucro di paglia.

Pochi giorni fa, il capo del Consiglio Supremo delle Antichità Egizie, Mustafa Waziri, ha annunciato che, durante gli scavi nella necropoli del Bubasteion presso Saqqara, sono state rinvenute, in sette tombe, mummie di gatti, insetti, statuette a forma di animale e rari scarabei imbalsamati.

Mummie di gatti e scarabei: sensazionale scoperta in Egitto

I rinvenimenti sono avvenuti nella zona del complesso templare consacrato a Bastet, la dea dalla testa di gatto che proteggeva la casa, le donne e le nascite. La scoperta racconta come le tombe rupestri dell’Antico e del Nuovo Regno furono riutilizzate in Epoca Tarda come catacombe di gatti e dove, oltre ai felini, furono deposti anche altri animali, come serpenti e coccodrilli.

In quell’epoca, purtroppo, non era più in vigore la legge secondo la quale anche una sola ferita inferta a un gatto era punita con percosse corporali.

Il ritrovamento ha portato alla luce più di 200 animali imbalsamati, una scultura in bronzo dedicata alla dea Bastet, un sarcofago di cobra e due di coccodrilli, 100 statue lignee con sembianze feline, oltre a quelle di un leone, di una mucca e di un falcone.

Gli archeologi hanno dissotterrato anche sagome di animali perfettamente conservati e due grandi mummie di scarabei che si trovavano nella necropoli di Menfi e che appaiono in ottimo stato di conservazione. Erano deposte in un sarcofago rettangolare di calcare, avvolte nel lino. Lo scarabeo, per gli egizi, era un potente amuleto che rappresentava l’eterna rinascita, la trasformazione, e aveva il potere di assicurare solo eventi felici.

Tra gli oggetti rinvenuti, che troveranno posto al Museo Egizio del Cairo, ci sono anche un migliaio di amuleti, canopi in alabastro, tavole d’offerta, stele funerarie e 30 vasi di ceramica, oltre a maschere di sarcofago, ceste intrecciate con fibre vegetali, papiri e tavolozze da scriba, che conservano ancora l’inchiostro nero e rosso.

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