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Pet-therapy ad Ancona contro il Parkinson

di Redazione Quattrozampe

pet-therapy

Che la pet therapy sia una delle grandi soluzioni per risolvere i problemi medici, psicologici ed educativi e dare un maggior valore alla nostra millenaria alleanza con i cani è ormai assodato. Innumerevoli impieghi e sfumature per il lavoro dei cani in campo medico ed istruttivo compaiono ogni giorno che passa. Al contrario di quello che sostengono i soliti detrattori, anche il nostro Paese si sta muovendo in modo ottimale lungo questa strada. Per esempio, ad Ancora, due cagnoline vengono impiegate per curare il Parkinson.

Luna e Pulce, dottoresse in pet-therapy

Si chiamano Luna e Pulce. Sono sono una Golden Retriever di 2 anni e una Beagle di 3. Fanno parte di un percorso di sperimentazione di pet-therapy avviato dall’ambulatorio di riabilitazione dell’Irccs Inrca (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico per Anziani) di Ancona. Questo programma riguarda pazienti di almeno 70 anni, affetti da Parkinson di media gravità, impegnati in attività riabilitative e recupero funzionale presso l’ospedale geriatrico.

I risultati non mancano

Le cagnoline lavorano in sedute di 30 minuti, una o due volte la settimana per tre mesi. I pazienti svolgono attività di contatto con l’animale: lo accarezzano, lo spazzolano e lo nutrono. Oppure si dedicano ad attività più dinamiche, camminando con lui e giocando. L’interazione prolungata stimola le capacità affettive e favorisce il rilassamento. Questa è una condizione ottimale, che offre beneficio contro i disagi fisici della malattia (tremore, rigidità, coordinazione e instabilità posturale) e quelli psicologici come la depressione”. All’inizio sembra che ci siano stati alcuni problemi, ma ora i partecipanti dimostrano amano il tempo che passano con Luna e Pulce e si dimostrano più propensi ad affrontare anche le altre terapie.

 

 

Immagini di repertorio da Shutterstock.com

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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