Trilli e la pet therapy con i cavalli, negli hospice VIDAS l’ultima arrivata è una pony
Si amplia con la pet therapy con i cavalli questa pratica di supporto alle cure palliative per adulti e bambini negli hospice VIDAS, già realizzata con altri animali, per contribuire a dare sollievo alle persone malate, ai loro familiari, agli operatori e ai volontari
Fare pet therapy con i cavalli, così come con i cani e altri animali, è ormai risaputo che aiuti a migliorare il benessere delle persone malate. Ma ciascun animale ha le sue caratteristiche e non sempre è adatto a questa attività, trovare quello giusto è anche questione di fortuna. Come è successo con Trilli, una pony Shetland saura, ovvero dal manto fulvo, di 11 anni, che è arrivata a Equi-librarsi APS Pet-Therapy, associazione che si occupa di interventi assistiti con gli animali e riabilitazione equestre.
Gli operatori si sono subito resi conto che per il suo carattere Trilli era in grado di entrare negli hospice a far visita sia agli adulti che ai bambini. Così è stata addestrata e, una volta al mese, è attesa a Milano in Casa VIDAS, hospice dedicato agli adulti, e in Casa Sollievo Bimbi, hospice pediatrico. Guidata dalla sua addestratrice, cammina per i corridoi della struttura, si ferma negli spazi comuni, entra nelle stanze, si fa accarezzare docilmente regalando un momento di spensieratezza e strappando un sorriso alle persone malate.
La pet therapy con i cavalli e altri animali
L’associazione VIDAS, che da 40 anni assiste gratuitamente i malati inguaribili e le loro famiglie, ha introdotto la pet therapy a supporto delle cure palliative già nel 2012, prima in Casa VIDAS e poi, fin dalla sua nascita nel 2019, anche in Casa Sollievo Bimbi.
“Abbiamo iniziato a fare pet therapy con i cani e con le cavie – spiega Lia Biagetti, coordinatrice infermieristica del reparto adulti in hospice –. In passato abbiamo avuto cani di grossa taglia che sono riusciti a stare anche per lungo tempo su letti di pazienti magari non più coscienti, mentre i cani più piccoli possono girare di più per la struttura, interagire e giocare con piccoli oggetti. Altri animali molto apprezzati sono le cavie perché, essendo piccole, possono essere messe sulle gambe del paziente ed essere accarezzate e pettinate”.
E da sei anni anche Trilli fa parte della squadra della pet therapy negli hospice VIDAS e ravviva le giornate. “La pony è molto gradita dai pazienti – aggiunge Biagetti – perché rappresenta una novità. Non si pensa che un cavallo possa entrare in una struttura come la nostra, quindi quando arriva è sempre estremamente piacevole. Ricordo ancora quando la figlia di una signora ospite capì che la sua mamma non aveva avuto un’allucinazione dovuta alle sue gravi condizioni di salute: c’era davvero un pony in corridoio!”
A tutti i pazienti è spiegato in che cosa consiste la pet therapy e con quali animali è realizzata, ma naturalmente non tutti gradiscono. Quindi Trilli, così come accade con gli altri animali, viene portata dagli operatori solo nelle stanze di chi ha espresso il desiderio di poterla vedere e accarezzare.
Dove vive Trilli e come è addestrata
Trilli è la protagonista della pet therapy con i cavalli a Casa VIDAS. Vive in una scuderia vicino a Pogliano milanese, in provincia di Milano: è il capo branco di altri quattro pony Shetland e convive con altri 20 cavalli, cani, porcellini d’India, un asino.
Gli animali sono utilizzati sia per la pet therapy in varie strutture a Milano e hinterland, sia per la riabilitazione equestre in scuderia, come spiega Daniela Beretta, coadiutore del cavallo e presidente di Equi-librarsi APS, che racconta una giornata tipo di Trilli in scuderia: “Alle sette fa colazione con il fieno, poi viene pulita nel suo box ed esce per fare attività fisica con gli altri pony. A mezzogiorno mangia e poi torna in paddock con gli altri per restare all’aperto, tempo permettendo, fino alle 16. Poi, può succedere che venga montata da un bambino. Infine, fa un altro pasto e va a dormire alle 21 quando la scuderia chiude,”.
Trilli ha seguito un addestramento molto importante, di circa nove mesi, prima di poter entrare nell’hospice. “Trilli ha una forte personalità e sicurezza di sé – sottolinea Beretta –. Non ho trovato un altro cavallo che fa quello che fa lei, come salire in ascensore, entrare nelle stanze delle persone malate, camminare su un pavimento e attraversare corridoi di un luogo chiuso. Bisogna stare attenti alle girate perché può rischiare di scivolare e cadere e c’è sempre un segnale per farla stare alla giusta distanza dai pazienti, ma devo dire che lei riesce a stare tranquilla in tutte queste situazioni”.
E dopo ogni visita all’hospice un veterinario esperto negli interventi assistiti controlla la sua salute, oltre a farlo quotidianamente in scuderia.
VIDAS pioniera della pet therapy
Trilli lascia la scuderia per la pet therapy con i cavalli non più di due volte al mese perché di più sarebbe per lei troppo faticoso: entra anche in altri hospice ed è stata pure in scuole, asili nido, carceri. Tra lei e la sua addestratrice c’è un grande rapporto di fiducia, Trilli sa che Daniela non la metterà mai in difficoltà anche se la sta portando in un ambiente chiuso dal quale non potrebbe mai scappare in caso di pericolo.
“A Trilli piace venire a Casa VIDAS, lo capiamo quando sbuffa perché significa che sta scaricando lo stress. Una volta si è addirittura addormentata sul letto di una signora. E, quando esce, le basta poco per stare bene, fare una corsetta e mangiare”, racconta ancora Beretta.
Che sottolinea come anche i pazienti si accorgano del grande regalo che Trilli fa a tutti quanti: “Tutti vogliono vederla, salutarla, e se la ricordano di più rispetto ad altri animali. Spesso si instaura un rapporto di complicità, una connessione tra paziente e animale, e mi ha sempre stupito che soprattutto con i malati di Alzheimer Trilli rimanga molto tempo. A Casa Sollievo Bimbi la situazione è più delicata, una volta ci chiamarono perché un bambino non parlava e non mangiava più ma voleva solo la pony Trilli. L’abbiamo subito portata da lui, siamo rimasti in camera per quasi un’ora e alla fine ha detto alla mamma che aveva fame”.
“VIDAS è stata una delle prime realtà illuminate a credere nella pet therapy e ora anche in quella con i cavalli”, sottolinea Chiara Chierchini, referente della Comunicazione di Equi-librarsi APS: “Noi abbiamo iniziato circa 10 anni fa con i cani, i porcellini d’India, un coniglio, un gatto e delle galline. Adesso si sta diffondendo e iniziano ad esserci più realtà tra ospedali e hospice che fanno entrare gli animali. Esistono delle linee guida governative che nel tempo hanno definito quali sono le specie che possono essere utilizzate per la pet therapy e adesso sembra che ci sia un’apertura verso altri animali domestici, quindi possiamo pensare di utilizzare in futuro anche altre specie”.
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