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Pimpi, la cagnolina di Susanna Tamaro avvelenata da un boccone

di Alessandro Macciò

Pimpi, la cagnolina di Susanna Tamaro avvelenata da un boccone

Uccisa da un boccone avvelenato: è questa la tragica fine di Pimpi, la cagnolina adottata sei mesi fa dalla scrittrice Susanna Tamaro.

La notizia è apparsa sulla pagina Facebook di Susanna Tamaro, che prima però ha raccontato come aveva conosciuto Pimpi.

Dopo il primo incontro in canile, Susanna Tamaro è tornata con regolarità a trovare Pimpi per un mese. “Come la Volpe con il Piccolo Principe”, si legge nel post su Facebook. Quindi Susanna Tamaro ha portato Pimpi nella sua casa di campagna vicino a Orvieto. Qui è scoccato un “grandissimo amore” e la scrittrice ha cominciato ad assaporare un disegno ben preciso:

[penci_blockquote style=”style-2″ align=”none” author=””]Avresti dovuto essere il cane della mia vecchiaia, piano piano, con gli anni, avremmo rallentato il passo insieme e poi, un giorno ci saremmo seduti sulla panca davanti casa e avremmo visto il sole tramontare.[/penci_blockquote]

La proiezione nel futuro si interrompe con l’amara constatazione che “purtroppo non sarà così”. Infatti Pimpi ha inghiottito un boccone avvelenato ed è morta. Il sospetto è che qualche cacciatore abbia lasciato il boccone per neutralizzare le volpi o altri animali selvatici. Le parole di Susanna Tamaro sono strazianti:

[penci_blockquote style=”style-2″ align=”none” author=””]Addio, piccolo raggio di luce, meraviglioso arcobaleno che hai allietato un tempo purtroppo così breve.[/penci_blockquote]

La notizia ha fatto subito il giro del web, suscitando commozione e solidarietà. Sentimenti espressi anche dal Fondo Amici di Paco, associazione che si occupa di dare un futuro più felice agli animali in difficoltà. Diana Lanciotti, presidente dell’associazione, ha ricordato di aver provato un’esperienza simile a quella di Susanna Tamaro. Il suo Joy infatti è morto in Sardegna, per un boccone probabilmente destinato ai cinghiali. Prima di tutto, Diana Lanciotti dedica un pensiero a chi ha messo il boccone avvelenato:

[penci_blockquote style=”style-2″ align=”none” author=””]Il peggio che possa capitare a chi si macchia di tali crudeltà è di andare in Paradiso, e là trovare ad accoglierlo le anime delle sue vittime, animali ma anche umane. Non c’è peggior Inferno, per chi ha tradito e calpestato il dono dell’Umanità che gli è stato fatto al momento della nascita.[/penci_blockquote]

Poi Diana Lanciotti cita il suo libro “Paco, il Re della strada”, ricordando che uno dei capitoli finali è incentrato proprio su un episodio di avvelenamento. Gli incontri nelle scuole hanno fatto capire a Diana che questo episodio è quello che rimane più impresso. Ecco quindi che l’educazione gioca un ruolo centrale:

[penci_blockquote style=”style-2″ align=”none” author=””]In attesa delle leggi, se e quando arriveranno, e dei risultati che potranno produrre, credo che ognuno di noi possa fare qualcosa per diffondere la cultura del rispetto e spiegare ai più giovani il valore della vita. Non solo umana, ma di tutti gli abitanti del Creato.[/penci_blockquote]

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