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Quando l’ospedale apre la porta a fido e micio

di Redazione Quattrozampe

Quando l'ospedale apre la porta a fido e micio

Sempre più ospedali in Italia stanno aprendo le proprie porte a cani, gatti e anche altri piccoli animali. Il motivo di questa scelta è un’idea è semplice e chiara nella mente di chi ama questi animali, ma ci rendiamo conto che sia un concetto ostico per chi invece è più distante: la visita del proprio animale è un vero toccasana a livello emotivo e questo può innescare reazioni benefiche. Ne abbiamo già parlato in questo articolo, ma vediamo ora l’origine di questo meraviglioso processo.

La prima volta con Pet Therapy

Il libero accesso a queste strutture da parte dei nostri amici a quattro zampe è stato inizialmente accordato per progetti di pet therapy. In particolare, all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze è dal 2002 che vi lavorano “operatori singolari” grazie alla fondazione Livia Benini, che ha proposto e che finanzia l’iniziativa, e al Servizio di terapia del dolore. Dopo anni di pet therapy, dalla scorsa primavera l’ospedale apre le porte anche agli animali “non addestrati”, permettendo ai bambini di ricevere la visita del loro beniamino. In realtà la delibera che regolamentava queste visite risale al 2009 e prevedeva appunto che i familiari dei pazienti ricoverati in Toscana potessero chiedere di fare entrare il cane del malato in corsia e che le strutture sanitarie si organizzassero per poterlo ospitare, ovviamente nel rispetto di una serie di regole e tenendo conto delle condizioni del malato e più in generale del reparto. Il provvedimento però non era stato applicato quasi da nessuno. Adesso, invece, il Meyer, attraverso il Comitato di controllo delle infezioni ospedaliere dell’azienda e l’associazione Antropozoa, ha finito di elaborare le regole da rispettare per far entrare gli animali in visita. Ne parleremo presto…

 

A cura di Federica Forte

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