Relazione animale-uomo: divertirsi tra relax e passione
Essere coinvolti in passioni comuni e sapersi divertire insieme sono due componenti essenziali per la relazione con il proprio quattro zampe che troppo spesso viene interpretata esclusivamente in chiave affettiva o genitoriale.
Divertirsi e trascorrere dei momenti di distacco dal tran-tran quotidiano significa mantenere alta la partecipazione alla relazione, rinnovarla attraverso nuovi ricordi, mantenere attivi quegli orientamenti motivazionali che ci fanno ricercare nella relazione le gratificazioni e gli appagamenti della quotidianità.
Giocare la relazione solo in chiave affettiva significa darle un registro espressivo molto limitato, ma altresì carico di possibili fraintendimenti. È bene ampliare tale orizzonte.
ANTROPOMORFIZZARE GLI ANIMALI NON È VIZIARE, MA MALTRATTARE
Innanzitutto la relazione affettivo-genitoriale tende a confinare all’interno della casa tutte le attività di relazione, con il risultato di limitare l’interattività esterna, con gatti che vengono tenuti segregati in casa o cani che vengono portati fuori solo per i bisogni.
Inoltre, un relazione animale-uomo di questo tipo, porta a umanizzare il proprio pet con tutte le problematiche che seguono.
Per questo l’antropomorfizzazione non è un viziare, ma un maltrattare il proprio beniamino domestico.
IL GATTO DESIDERA UN RAPPORTO MENO COSTRITTIVO
Una dimensione esclusivamente affettiva è estremamente povera per un cane che, viceversa, avrebbe bisogno di fare molte attività collaborative e, parimenti, è irritante per un gatto che desidererebbe un rapporto molto meno costrittivo e di contatto.
Anche la chiave genitoriale ha i suoi problemi. La pretesa di considerare l’animale un eterno cucciolo bisognoso di cure parentali, sia per i contenuti ansiogeni che prevede, sia per l’eccessiva chiave orale che si dà alla relazione. Si tende a dare al pet il proprio cibo e ad alimentarlo al modo continuativo degli onnivori e ciò può causare problemi di obesità e più in generale di disfunzionalità metabolica.
© Riproduzione riservata.